In occasione del prossimo avvio dell’anno accademico, il giorno 16 settembre la Sabina Universitas e l’Università della Tuscia promuovono una giornata culturale dai contenuti stimolanti ed originali.
La mattina, dalle ore 10.00 alle ore 12.00, i docenti del corso SFN (Scienze e Tecnologie per la Conservazione delle Foreste e della Natura della Facoltà di Agraria della Tuscia) incontreranno le matricole presso la sede di Rieti (Palazzo Vecchierelli Via Roma 47) per presentare il corso e parlare del test di ingresso (che si terrà il 23). Scienze e Tecnologie per la Conservazione delle Foreste e della Natura è il primo, ed unico, corso forestale sviluppato da una Facoltà di Agraria italiana per affrontare, con soluzioni efficaci, il problema della conservazione delle risorse naturali. Il corso, progettato in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, fornisce allo studente un’articolata preparazione nel settore della gestione ambientale. In particolare è dedicato ai temi della conservazione della natura, alla prevenzione del degrado ed al restauro degli ambienti costieri, collinari e montani. Il principale obiettivo è il conseguimento di una spiccata capacità applicativa connessa alla esecuzione di progetti e lavori di ricostituzione boschiva, di ingegneria forestale per la protezione del suolo e delle sorgenti, per la sistemazione dei versanti e delle sponde fluviali, per la prevenzione e il contenimento dei processi di degradazione del territorio, quali la desertificazione e gli incendi boschivi e per la conservazione e gestione della fauna.
Infatti, la cattura degli animali adulti e dei lupetti nelle tane alimentava un lucroso commercio transfrontaliero, favorito dal valore dei premi.
Le profonde modifiche, verificatesi nella montagna appenninica a partire dalla metà del secolo scorso, la trasformazione delle modalità di allevamento degli ovini hanno finito per alterare le strategie di predazione dei lupi ed è probabile che la sopravvivenza dei nuclei rimanenti sia a rischio.
La maggiore frequenza di soggetti isolati in cerca di cibo presso centri abitati ed il fenomeno dei danni alla zootecnia richiedono un attento monitoraggio, poiché la loro eliminazione indiscriminata finirebbe col compromettere l’esistenza di una specie che è indispensabile per l’equilibrio faunistico del territorio reatino. Si terranno tre relazioni su criteri e metodologia degli studi archivistici, catture e uccisioni di lupi dal 1810 al 1924: quando la caccia era un mestiere e sulla gestione del lupo nel reatino. Conclude i lavori il moderatore Prof. Schirone dell’Università della Tuscia sul ruolo e significato degli studi naturalistici condotti dalla Facoltà di Agraria in Provincia di Rieti .