Caro assessore,
come sai, a seguito della sperimentazione gomma-rotaia si è sviluppato a Rieti un intenso dibattito sulla sua utilità e sulle conseguenze che il passaggio alla fase definitiva provocherà nella vita dei pendolari reatini.
Ho ascoltato in questi mesi molte opinioni degli addetti ai lavori e soprattutto le ragioni delle associazioni dei pendolari che più volte hanno argomentato la loro contrarietà. Non tutto il dissenso ha ragioni convincenti, anzi alcune volte è sembrato essere motivato da esigenze di difesa corporativa.
Alcune considerazioni tecniche sulle modalità con cui si procederà sono sicuramente fondate, ma al di là di tutto ciò noi abbiamo il dovere dell’ascolto e della comprensione delle ragioni di chi passa parte della sua vita sui mezzi pubblici. E assolvere a tale dovere sarebbe insufficiente se non aggiungessimo una riflessione sulla generale situazione del trasporto pubblico, in una provincia che ha un handicap rilevante nel rapporto con la Capitale, causato da un sistema infrastrutturale che la colloca ai margini della nostra regione.
Non possiamo non domandarci il perché di una avversione così forte all’interscambio gomma-rotaia, nonostante esso sia stato un obiettivo perseguito dalle forze politiche fin dagli anni Ottanta. Provo allora ad esternarti alcune mie personali considerazioni, in linea con i colloqui che abbiamo avuto nelle scorse settimane su scelte che credo sia il tempo di compiere con determinazione.
Credo innanzitutto che il diritto alla mobilità e ad una mobilità dignitosa debba essere elemento centrale delle politiche pubbliche e non a caso al trasporto pubblico è dedicata una particolarissima attenzione dai nostri governi locali a partire dalla Capitale. È questione centrale, al pari della Sanità, perché è questione che attiene alla qualità della vita, almeno di tutti coloro che debbono aggiungere al tempo di lavoro o di studio, il tempo che impiegano per raggiungere la sede.
Per questo siamo tutti impegnati, il Presidente Zingaretti e tu per primi, a porre fine ad un sistema di gestione che negli ultimi anni ha disperso risorse e si è caratterizzato più per la conservazione e addirittura l’ estensione degli spazi di potere, piuttosto che sulla razionalizzazione e l’efficienza, condizioni primarie per dare risposte credibili ai cittadini. Su questo versante l’unificazione societaria dei sistemi di gestione della gomma e del ferro in un unico soggetto, obiettivo a cui la regione sta lavorando, va perseguito con determinazione, insieme alla razionalizzazione che dovrà guidare il processo.
Accanto a ciò non possiamo ignorare la necessità che tutti i cittadini del Lazio possano godere di un servizio pubblico dignitoso. E qui, nel rispetto della nostra storia politica, non possono valere le obiezioni aziendaliste per le quali è solo il dato numerico ad essere rilevante. Viene prima, a mio avviso, la considerazione che i diritti di cittadinanza (ed il trasporto pubblico lo è) sono diritti rispettati se il decisore pubblico mette in campo tutto ciò che è nella sua disponibilità per garantirli il più possibile ad ogni cittadino. Non mi sfugge il quadro di compatibilità economica nel quale ci muoviamo, ne’ le difficoltà derivanti dalla fatica nel difendere politiche rigorose che interrompono privilegi e cattive abitudini, ma credo che sul trasporto in provincia di Rieti qualcosa di significativo e di strutturale possa essere fatto.
Le proteste a cui assistiamo in questi giorni hanno infatti, al di là della loro fondatezza, una ragione primaria che ne giustifica anche l’irruenza. Per troppi anni l’attenzione dei cittadini è stata catturata da sogni che si sono rivelati con il tempo e con l’irrompere della crisi, irrealizzabili. Maestose opere infrastrutturali, che quindici anni fa sembravano dietro l’angolo, sono oggi cadute nel dimenticatoio, contribuendo ad alimentare un sentimento di disillusione e di distanza dalla politica.
Anche per questo alcuni anni fa, in Provincia, tentammo di costruire una ipotesi di collegamento diretto Rieti -Roma via Terni, che diveniva possibile anche a seguito della nuova disponibilità di tracce a seguito dell’avvio dell’alta velocità. Con la giunta guidata da Piero Marrazzo inaugurammo un primo treno che certo non risolveva la questione ma dimostrava che il collegamento diretto era possibile. Con l’assessore ai Trasporti della Regione Umbria e con gli amministratori della loro società di mobilità, costruimmo una ipotesi di collaborazione, anche finanziaria, che rendeva possibile l’investimento necessario per offrire all’utenza due viaggi di andata e due di ritorno. Negli anni successivi le stagioni politiche che si sono succedute non se ne sono più’ occupate, nonostante i nostri tentativi di riprendere il tema. È tema centrale, assessore, perché il capoluogo e le zone interne della provincia possano relazionarsi in modo dignitoso con la Capitale. Come ci siamo detti nell’ultimo incontro, nel quale ho registrato da parte tua la massima disponibilità di cui ti ringrazio, era opportuno attendere le elezioni in Umbria per tornare a costruire con loro una soluzione. È il tempo di farlo e sono certo che la tua struttura si attiverà presto in tal senso.
La seconda questione riguarda il Cotral ed il suo sistema di risposta, nella nostra provincia, ai bisogni dei pendolari. Anche qui mi permetto di ricordare che già nel 2008 la Provincia costruì un piano provinciale dei trasporti che per lunghi anni è rimasto lettera morta. Credo non abbia più senso, per una realtà caratterizzata da piccoli centri abitati come la nostra, con una utenza rarefatta e facilmente tracciabile dal punto di vista del bisogno, utilizzare i grandi e pesanti mezzi del Cotral per collegare i piccoli centri abitati con le arterie viarie principali. Anche di questo abbiamo parlato: la provincia di Rieti può diventare il luogo di una innovazione complessiva, recuperando il ruolo dei Comuni nel trasporto secondario e lasciando al Cotral la gestione delle tratte più frequentate.
La terza questione riguarda il trasporto pubblico locale affidato ai privati. Chi ha un po’ di memoria storica sa che poche volte l’obiettivo dell’efficienza è stato alla base, nei decenni scorsi, del l’assegnazione ai nostri Comuni di km di trasporto gestiti da privati. Esso è essenziale per integrare le prestazioni pubbliche ma si deve avere il coraggio di collocarlo dove serve ai cittadini e non dove la storia, gli interessi e le abitudini lo hanno dislocato. Sono certo che gli operatori privati saranno disponibili a ragionare di tutto ciò.
Le questioni che ho sottoposto alla tua attenzione, non sono soltanto una richiesta di investimenti, pure necessari, ma possono rappresentare davvero una razionalizzazione del sistema che leghi i risparmi al miglioramento dei servizi.
Se affrontiamo tutte insieme queste questioni, allora si può anche costruire un efficiente sistema di interscambio gomma-rotaia, anche più completo di quanto non si intende fare nei prossimi mesi. Altrimenti esso finirà per essere letto, come peraltro sta accadendo, come una penalizzazione di una provincia che, per la sua marginalità, può diventare luogo di esperimenti meglio di altre. E non ci sarà argomentazione sufficiente a giustificare una scelta che oggi, nonostante il suo fascino storico, è avversata da chi passa ore sui mezzi pubblici e che abbiamo il dovere di ascoltare.
Sono sicuro, per le cose che ci siamo dette più volte, che si possa riprendere il filo di una riflessione più complessiva, che sia di soddisfazione per tutti.
Le scelte sul trasporto pubblico a Rieti saranno possibili e condivise solo se sapremo dare una risposta complessiva alle questioni che mi sono permesso di riassumere e che, sono certo, la Regione può tentare di risolvere, sottraendo le aree interne della provincia di Rieti ad un isolamento storico che dura da troppo tempo.