DAL COMITATO SABINO SOLIDARIETA' A LEGAMBIENTE BASSA SABINA

Polo della logistica

Cari ed egregi sindacalisti Cisl,
non sarebbe elegante per noi né fruttuoso per la Provincia di Rieti chiamarvi pseudo sindacalisti e dichiarare farneticanti le vostre affermazioni, come fate nel vostro comunicato stampa riferendovi a Legambiente Bassa Sabina, e quindi ci guarderemo bene dal farlo: preferiamo rispondere con argomenti specifici, avendo chiaro in mente che il nostro obiettivo, come sicuramente è anche il vostro, non è la denigrazione di altri soggetti pubblici ma lo sviluppo forte ed armonioso della Provincia stessa, senza perdere tempo prezioso in schermaglie sterili ed inutili.

Proviamo quindi ad avviare unilateralmente un dialogo razionale.

La nostra Provincia non ha molte risorse e, in un tempo di grande e profonda crisi come l’attuale, tutte ma proprio tutte le risorse della Provincia vanno usate per mantenere e sviluppare l’occupazione, comportandoci come ci si comporta nei tempi di magra, quando anche le briciole sono preziose, e non si butta niente.

In particolare, nessuna risorsa deve essere valorizzata a scapito delle altre e, meno che mai, una risorsa deve essere sviluppata distruggendo le altre.
Quali sono le nostre risorse di base? Sono l’agricoltura, l’ambiente, la storia e l’industria.
Dovremmo svilupparle al massimo, facendo in modo che esse agiscono in sinergia, e non ostacolandosi tra loro.

Proviamo a porre, non solo a noi stessi e a voi, delle domande/ipotesi di lavoro

a – qual’é lo stato dell’arte della produzione e della vendita dei nostri prodotti agricoli e del marchio “made in sabina” o “made in rieti”, ed in special modo dell’olio? E’ possibile concentrare e sinergizzare tutte le energie che lavorano in questo senso? Di che strumenti si ha bisogno? Esiste un’ipotesi di lavoro per mettere in sinergia il turismo sabino e reatino con la produzione agricola e zootecnica, facendo dei nostri turisti degli “ambasciatori” dei nostri prodotti agricoli nelle loro regioni? Quali sono i nostri concorrenti nel mondo? Quali sono le loro strategie di penetrazione e fidelizzazione? Possiamo aggiungere altre decine di domande e di ipotesi di lavoro pro-sviluppo, ma ne poniamo solo una: qualcuno sa quantificare o ha mai quantificato la possibile produzione totale di olio del Reatino e quindi quanti posti di lavoro in più verrebbero alla Provincia da un modo “organizzato” di usare la nostra produzione agricola?

b – qual’ è lo stato dell’arte della protezione ambientale “made in Sabina” e “made in Rieti”? Esiste un ipotesi di lavoro per fare della Sabina una Riserva o un Parco? Con che ricadute sul turismo? C’è un’ipotesi di sinergia tra le aree ambientali protette dell’intera Provincia? C’è un ipotesi di collegamento tra la rete di comunicazione stradale e ferroviaria e la rete dei percorsi ambientali? In che modo si potrebbe quindi favorire il turismo nelle aree protette Provinciali, dalla Regione, dalle altre Regioni o da altri stati? Esiste uno studio sugli European retired, come è stato fatto in per esempio in Spagna, dove lo studio di questi percorsi residenziali ha portato turismo ed occupazione in periodi dell’anno generalmente considerati di bassa stagione? Anche qui possiamo aggiungere altre decine di domande e di ipotesi di lavoro pro-sviluppo, ma ne poniamo solo una: qualcuno sa quantificare o ha mai quantificato quanti posti di lavoro in più verrebbero alla Provincia da un modo “organizzato” di usare la nostra ricchezza ambientale?

c – la storia: sapete che non esiste un collegamento stabile tra la stazione di Fara Sabina e l’abbazia di Farfa? Cioè tra il turismo ed uno dei nostri beni storico architettonici più preziosi? Sapete quante sono le ipotesi di lavoro allo studio per valorizzare dal punto di vista turistico le nostre zone archeologiche Provinciali? Indovinate. Sapete quanti sono gli sforzi per utilizzare dal punto di vista turistico tre parole famose in tutto il mondo: “ratto delle sabine”? Indovinate. Sapete quante sono state le guide ai monumenti ed all’archeologia della Provincia di Rieti distribuite quest’anno gratuitamente nei nostri alberghi, agriturismi etc.? Indovinate. Sapete a che ora passa il pulmino che la nostra Provincia mette a disposizione dei turisti ospiti per visitare i nostri caseifici, i nostri oleifici, i nostri parchi e le nostre fattorie? Indovinate. Anche qui possiamo aggiungere altre decine di domande e di ipotesi di lavoro pro-sviluppo, ma ne poniamo solo una: qualcuno sa quantificare o ha mai quantificato quanti posti di lavoro in più verrebbero alla Provincia da un modo “organizzato” di usare la nostra ricchezza storico archeologica?

d – l’industria: perché si deve progettare un Polo della Logistica distruggendo colline preziose ambientalmente, decine di siti archeologici e un agricoltura produttiva? Perché bisogna distruggere beni preziosi per costruire altri beni? Solo perché la pianura dall’altra parte del tevere non è provincia di Rieti? Perché bisogna costruire un Polo della Logistica se dall’altra parte del Tevere, in una situazione ancora più favorevole del punto di vista dei trasporti, ci sono capannoni e capannoni in cerca di affitto da tempo?

Perché l’Asi non può essere costruita dove non fa danni? Sapete quanti posti di lavoro porterebbe il Parco Archeologico ipotizzato dalla Regione sui terreni dell’Ai, se fosse concepito e gestito con quella creatività e quella intelligenza che hanno gli enti gestori di simili risorse in altre parti del mondo? Avete mai provato ad immaginare un Parco Archeologico di nuova concezione, dove accanto ai reperti ci fossero apparati di comunicazione multimediale e scenografici tali da trasformare i visitatori ed i turisti in esploratori della nostra storia? Vi sembra così difficile? Pensate che nella nostra Provincia non ci siano risorse umane capaci di lavorare in questa direzione? Avete mai provato ad immaginare quali enormi ricadute avrebbe un turismo ben più organizzato e motivato sul nostro territorio? Darebbe occupazione nei settori alberghiero, alimentare, agricolo, nel tessile, nel settore dei trasporti, del tempo libero etc. etc. Anche qui possiamo aggiungere altre decine di domande e di ipotesi di lavoro pro-sviluppo, ma ne poniamo solo una: qualcuno sa quantificare o ha mai quantificato quanti posti di lavoro in più verrebbero alla Provincia da un modo “organizzato” di usare la nostra “industria del turismo”?

Un saluto, nella speranza di una risposta specifica, tecnica e serena