La notizia diffusa circa l’abolizione delle Province con meno di 220 mila abitanti da parte del governo, nell’ambito dell’azione di riordino degli Enti Locali, non può che provocare sconcerto e disappunto rispetto a scelte scellerate che sono frutto di calcoli matematici e non di considerazioni socio-economiche e culturali.
La provincia di Rieti è già fortemente penalizzata per il deficit infrastrutturale che non trova ancora adeguate soluzioni e la sua abolizione determinerebbe la morte certa di un territorio già politicamente emarginato.
E’ mia opinione convinta che invece le Provincie debbano essere potenziate attribuendo loro nuovi ruoli e competenze attraverso l’abolizione dei numerosi Enti che sono stati “inventati” per sistemare vari politici più o meno trombati provocando ingenti costi e sovrapposizione di strutture e competenze.
Non posso condividere l’affermazione del Presidente del Consiglio Regionale del Lazio Abruzzese che sembra abbia dichiarato le totale inutilità di tutte le provincie evidentemente dimostrando ignoranza rispetto alle problematiche amministrative e territoriali degli Enti Locali.
Rispetto alla situazione della Provincia di Rieti va riaffermato il criterio della dignità di un territorio che prescinde dal numero degli abitanti ma che invece deve tener conto dei vari aspetti storici, culturali ed ambientali.
Sarà necessaria una mobilitazione generale di tutte le istituzioni, dei soggetti economici e culturali, dei sindacati e di tutti i cittadini indipendentemente dall’appartenenza politica e senza sconti di parte a nessuno ponendo al di sopra di tutto la difesa del nostro territorio.