La nuova riforma dell’università varata dal Ministro Gelmini impone un profondo rinnovamento dei corsi di laurea in termini di contenuti, di organizzazione e di trasparenza nell’informazione. Quest’ultimo aspetto risulta spesso il più complesso da gestire per le varie Facoltà.
L’argomento è delicato ed eticamente impegnativo poiché proprio dalla corretta informazione dipende in qualche modo il futuro dei giovani. Si tratta, infatti, di non illudere gli studenti offrendo loro garanzie di accesso ad un lavoro sicuro e gratificante a fronte di un mondo che appare ogni giorno più incerto e, allo stesso tempo, di non mortificare le aspettative di chi ritiene di essere tagliato per quello specifico indirizzo di studi.
Il problema è acuito dalla necessità, sempre imposta dalla riforma universitaria, che gli Atenei e i singoli corsi di laurea raggiungano determinate soglie di numerosità studentesca per poter ottenere gli indispensabili finanziamenti ministeriali e non essere, al contrario, obbligati alla chiusura. Ne deriva una competizione tra università e tra corsi di studio che si sviluppa fondamentalmente su due piani: quello della pubblicità spietata e purtroppo spesso ingannevole e quello del continuo aggiornamento dei corsi di laurea così da offrire una effettiva spendibilità del titolo di studio sul mercato del lavoro. L’impegno dell’Università della Tuscia e del Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie per la Conservazione delle Foreste e della Natura (SFN) è quello di offrire un percorso formativo al passo con i tempi. Si sta, infatti, cercando di migliorare ulteriormente la struttura del corso, nel suo genere unico in Italia, con l’introduzione di moduli particolarmente innovativi che, oltre a soddisfare le esigenze dei giovani più motivati e consapevoli, contribuiscano essi stessi all’innalzamento del livello universitario e, in definitiva, allo sviluppo dell’intero Paese.
Per illustrare le caratteristiche del Corso di laurea, i docenti di Scienze e Tecnologie per la Conservazione delle Foreste e della Natura saranno a disposizione degli studenti interessati ad immatricolarsi la mattina dei giorni
16 settembre e 2 ottobre 2009 presso la sede di Rieti (Palazzo Vecchierelli via Roma 47) e quella del giorno
21 settembre 2009 presso quella di Cittaducale (via dell’Agricoltura). Negli altri giorni troveranno personale qualificato per le indicazioni di base, ma si raccomanda loro di contattare sempre il Coordinatore del Corso di laurea Prof. Gianluca Piovesan (
piovesan@unitus.it; cell. 3804399787) o i Proff. Andrea Amici (
amici@unitus.it) e Rodolfo Picchio (
r.picchio@unitus.it).
IL LAUREATO IN AGRARIA E LA LIBERA PROFESSIONE.
Per sottolineare l’importanza dell’informazione e dei colloqui con i Docenti dell’Università della Tuscia attivi presso le sedi di Viterbo e di Rieti, è utile soffermarsi su un tema solitamente poco approfondito nelle locandine, necessariamente sintetiche, che illustrano il Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie per la Conservazione delle Foreste e della Natura (SFN) e le possibilità lavorative offerte da questo titolo di studio. Quando si pensa alle Facoltà di Giurisprudenza, Medicina o Ingegneria, la prima immagine ad essere evocata è quella del libero professionista, per esempio il grande avvocato, il cosiddetto Principe del Foro.
Per una laurea come quella in SFN rilasciata dalla Facoltà di Agraria si è portati, invece, ad immaginare solo un futuro nel Corpo Forestale dello Stato o nei Parchi o, più in generale, in una struttura pubblica. Pochi sono al corrente, infatti, che competenze previste dalla legge per il laureato iscritto all’Albo degli Agronomi e Forestali sono vastissime. Si va da quelle che riguardano le analisi e il monitoraggio dell’ambiente, dei suoli, dell’acqua, degli alimenti, in gran parte sovrapponibili a quelle dei laureati in Scienze Ambientali o Scienze Naturali, che però non dispongono di un Ordine che li abiliti all’esercizio della libera professione, a quelle di tipo progettuale elementare quali opere di ingegneria naturalistica o di lotta alla desertificazione. Infatti, l’articolo 11 del Decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328, che regolamenta l’esercizio della libera professione del Dottore Agronomo e Forestale junior, cioè il laureato triennale, (le competenze sono comuni) recita:
“Formano oggetto dell’attività professionale degli iscritti alla sezione B, settore agronomo e
forestale, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 1, comma 2, restando immutate le riserve e
attribuzioni già stabilite dalla vigente normativa, le seguenti attività:
a) la progettazione di elementi dei sistemi agricoli, agroalimentari, zootecnici, forestali ed
ambientali;
b) la consulenza nei settori delle produzioni vegetali, animali e silvicolturali, delle trasformazioni alimentari, della commercializzazione dei relativi prodotti, della ristorazione collettiva, dell’agriturismo e del turismo rurale, della difesa dell’ambiente rurale e naturale, della pianificazione del territorio rurale, del verde pubblico e privato, del paesaggio;
c) la collaborazione alla progettazione dei sistemi complessi, agricoli, agroalimentari, zootecnici, forestali ed ambientali;
d)le attività estimative relative alle materie di competenza;
e) le attività catastali, topografiche e cartografiche;
f) le attività di assistenza tecnica, contabile e fiscale alla produzione di beni e mezzi tecnici agricoli, agroalimentari, forestali e della difesa ambientale;
g) il patrocinio nelle commissioni tributarie per le materie di competenza;
h) la certificazione di qualità e le analisi delle produzioni vegetali, animali e forestali sia primarie che trasformate, nonché quella ambientale;
i) le attività di difesa e di recupero dell’ambiente, degli ecosistemi agrari e forestali, la lotta alla desertificazione, nonché la conservazione e valorizzazione della biodiversità vegetale, animale e dei microrganismi”.