PASSEGGIATA DI MICHELE SPAGNOLI ALL'EX MATTATOIO DI POGGIO MIRTETO

Ex mattatoio Poggio Mirteto

Spinto dalla semplice e genuina curiosità che dovrebbe essere parte integrante del patrimonio civico di ogni collettività, sono andato a dare un’occhiata a quello che secondo me è un luogo dalle immense potenzialità, pur essendo abbastanza defilato dal cuore del nostro paese: mi riferisco all’ex mattatoio.

Lo spettacolo che mi sono trovato davanti agli occhi è stato a dir poco desolante e avvilente; questa zona del nostro territorio è un "magnifico" esempio di degrado, incuria e inciviltà. In estrema sintesi: l’edificio cade letteralmente a pezzi ed è preda della vegetazione spontanea, scritte e disegni tracciati con bombolette spray riempiono buona parte dei muri esterni, nello spazio antistante è presente un vasto assortimento di rifiuti (che sicuramente non sono andati lì da soli) di ogni forma e dimensione (si va dalle bottiglie agli elettrodomestici, passando per pezzi di armadio), l’interno è inaccessibile, ma da quel poco che si può vedere da fuori, è stato almeno in parte trasformato in un qualcosa a metà tra una discarica e un ripostiglio dove ammassare cose che non servono più. Anche il dato olfattivo non è dei migliori: avvicinandosi all’entrata, l’odore sgradevole aumenta sempre di più.

Ora, non è mia intenzione dilettarmi in quello che mi sembra ormai essere diventato una sorta di sport nazionale: cercare il colpevole. Non scrivo per attaccare a testa bassa, magari facendomi forte di qualche maliziosa insinuazione, i responsabili (veri o presunti) di questa oscena situazione di degrado: il tutto sarebbe sterile e poco suscettibile di avere qualche effetto. Quello che voglio è semplicemente capire; capire il perchè di questo atteggiamento ingiustificabile nei confronti di una parte di Poggio Mirteto che potrebbe rivestire un ruolo importantissimo per il nostro paese, capire se in futuro questo vuoto pauroso sarà opportunamente riempito di senso, di significato, su basi comunitarie e civiche. Per conoscere e condividere questa situazione, non posso che pormi in posizione dialettica nei confronti dell’Amministrazione Comunale, facendo qualche domanda che, spero, possa ricevere al più presto delle risposte.

Prima di fare ciò, penso sia giusto scrivere alcune brevi riflessioni sul perchè di questo mio interessamento, partendo da una considerazione per così dire formale, per poi passare alla sostanza. Insomma, secondo me l’azione politica (intesa in senso ampio come attività del cittadino che si interessa del contesto sociale nel quale vive) non deve configurarsi soltanto come controllo verso chi amministra la cosa pubblica; dovrebbero rientrare nella sfera dell’agire politico anche e soprattutto la proposta e la segnalazione di criticità latenti, come questa.

E’ bene, quindi, che la coscienza civica abbia anche un valore creativo; altrimenti subentra l’abitudine: ci si abitua al senso di impotenza, alla stasi, a percepire il degrado come una componente necessaria del tessuto urbano. Si finisce, poi, per seguire la filosofia del "meglio che niente" accontendandosi, per assurdo, di veder sorgere amorfe palazzine su zone in precedenza ingiustamente abbandonate. In altre parole: questo mio intervento non è successivo ad un esplicito comportamento del Comune, ma è finalizzato a portare a galla una tematica che potrebbe essere argomento di discussione e confronto collettivo.

In sostanza, il confronto di cui ho appena parlato dovrebbe avere come oggetto una possibile riqualificazione dell’area in questione, secondo il criterio del bene comune; area che potrebbe essere utilizzata per favorire, ad esempio, l’aggregazione della cittadinanza e le attività culturali, o qualsiasi altro aspetto della vita collettiva di Poggio Mirteto che scaturisca da momenti di concertazione tra amministratori e cittadini.

E’ ovvio che il confronto dovrebbe anche avere lo scopo di delineare una strategia istituzionale per il reperimento dei fondi necessari allo svolgimento di un auspicabile progetto di riqualificazione che abbia i caratteri velocemente tratteggiati sopra. Sarebbe assurdo guardare al Comune come unico organismo deputato a sobbarcarsi i costi di un’operazione di questo genere.

Venendo alle domande:
1) l’ex mattatoio fa parte del patrimonio immobiliare di proprietà del Comune?

2) Il Comune ha in programma proggetti per un futuro utilizzo dell’area? Qualora la risposta a questo quesito fosse positiva, è possibile una condivisione degli eventuali progetti?

3) E’ possibile iniziare una dialettica pubblica permanente tra amministratori, soggetti sociali e singoli cittadini che abbia ad oggetto il legame tra opere pubbliche e qualità della vita, inserendo tra i punti qualificanti di questo percorso la valorizzazione dell’ex mattatoio (compresa, naturalmente, la ricerca dei mezzi per giungere a questo fine)?

Concludo specificando che quanto ho scritto non è la manifestazione di una non meglio specificata verità in mio possesso, ma solo un tentativo di stimolare una riflessione.