L'AGITAZIONE AI PENITENZIARI DI ROMA, RIETI E VITERBO NON HA SCOSSO L'AMMINISTRAZIONE CARCERARIA

Penitenziario di Rieti

“Senza personale di Polizia Penitenziaria, gli unici ad avere un rapporto quotidiano e costante con il detenuto, non si potrà mai avere un vero trattamento ed una reale sicurezza per i nostri cittadini, quando questi finiranno di espiare la pena”.

La segreteria regionale Osapp Lazio punta il dito verso il D.A.P. il Dipartimento delle Carceri , reo di non aver preso in considerazione le agitazioni e i sit-in di protesta del personale di polizia penitenziaria, dove gli operatori sono stremati dalla mancanza di prospettive presenti e non future , ma ancor di piu’ spendere le proprie risorse ed energie prioritariamente nella direzione delle condizioni e del trattamento dei detenuti, dimenticando invece il personale di polizia penitenziaria obbligato a convivere con turni lavorativi massacranti, straordinari pagati con eccessivo ritardo, condizioni di lavoro pessime e sicurezza nei luoghi di lavoro inesistente.

“Sempre l’Osapp Lazio, -afferma- il Segretario Regionale Proietti CONSALVI, che nel pieno rispetto della persona umana e della dignità di lavoratore e servitore dello Stato” ci auguriamo finalmente un intervento concreto per affrontare seriamente la carenza di personale di Polizia Penitenziaria e delle carenze strutturali degli istituti penitenziari dell’intera Regione Lazio, in particolare quello degli istituti romani di Rebibbia e Regina coeli, quello di Viterbo e non ultimo quello della città di Rieti appena inaugurato ma dove numerose problematiche in ordine di carenza di personale affliggono gli operatori di polizia penitenziaria .

Il miglioramento delle condizioni carcerarie, attività intrapresa da una recente direttiva del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria con l’istituzione di un gruppo di lavoro, dovrebbe passare anche dal miglioramento delle condizioni lavorative degli agenti di polizia penitenziaria.
Ancora oggi, gli operatori di polizia penitenziaria ma le stesse OO.SS. come l’Osapp aspettano l’istituzione dei centri d’ascolto riservati agli agenti in difficoltà.

Questi centri , con l’ausilio di psicologi e assistenti sociali , dovevano servire ad evitare il linea di massima quel disagio psicofisico lavorativo e/o personale degli agenti , ma soprattutto cercare di non lasciare soli gli operatori di polizia , nella loro solitudine che poi sfociano in atti di suicidio come accaduto ad un collega pochi giorni fa, nell’indifferenza dei vertici dell’amministrazione.

Infine, Se le condizioni rimarranno tali – conclude – la segreteria regionale “non esiteremo, come del resto abbiamo fatto sempre in questi giorni, ad effettuare tutte quelle forme di protesta che la legge ci consente e di coinvolgere il piu’ possibile anche le istituzioni esterne tanto da portare al di là del muro di cinta le nostre problematiche compreso le condizioni in cui operano oggi gli agenti di polizia penitenziaria”.