E’ stato finalmente recuperato l’archivio della SNIA VISCOSA, operazione annunciata nel corso dell’iniziativa RENA dello scorso mese di gennaio al cinema Moderno.
Grazie proprio alle sollecitazioni di RENA, si è completato l’iter procedurale tra il Monte dei Paschi, la Soprintendenza Archivistica e l’Archivio di Stato che hanno sottoscritto una apposita convenzione. Dopo la prima preparazione delle carte da parte dei tecnici dell’Archivio di Stato, oggi si è concluso il trasferimento dalla Snia all’Istituto di via Canali.
E’ stato un lavoro complesso e poco agevole ha sottolineato il direttore dell’Archivio di Stato Roberto Lorenzetti, in quanto la grande quantità delle carte si trovavano sparse a terra. Non tutto si è potuto recuperare e molte cose, le più recenti appartenenti all’ultima gestione sono rimaste in diversi spazi della Snia.
Ciò che conta è aver recuperato un importante giacimento di documenti che riguardano la SNIA dagli anni ’40 agli anni ’60. Poche sono le carte rintracciate degli anni ’20 del ‘900 e questo lascia purtroppo supporre che esse siano andate definitivamente perdute, a meno che ulteriori indagini nelle innumerevoli strutture dell’opificio non ci riservi qualche piacevole sorpresa.
Il grosso della documentazione riguarda i fascicoli del personale, e questo è quello che più ci premeva. Li si ritrovano le mille storie professionali delle famiglie reatine, quasi tutte con qualche loro famigliare nell’organico della Snia.
Importantissimi soni i circa 4000 disegni dell’ufficio tecnico dell’opificio, testimoni della stratificazione dei saperi che si sono succeduti dentro al fabbrica reatina.
Per la catalogazione di questi l’Archivio di Stato sta sottoscrivendo una specifica convenzione con la facoltà di ingegneria di dell’università di Rieti. Ci vorrà molto tempo prima che tutte le carte possano essere catalogate. Le condizioni dell’archivio erano drammatiche come testimoniano le decine di migliaia di fogli sciolti recuperati a terra.