Centro storico chiuso nei giorni feriali dalle 8 di sera alle 5 della mattina dopo… Verrebbe voglia di dire: la montagna ha partorito il topolino. O ha partorito il pidocchio?
La domanda è d’obbligo, almeno per chi, pur non essendo nato in questa città, ama Rieti e tenta in ogni modo – con le poche forze, armi e possibilità ancora a disposizione – di difenderla dall’insipienza e, permettetemelo per favore, dalla mancanza di cultura. Non intendo cultura scolastica, ma cultura di vita, cultura del passato, cultura del decoro. Tutta roba che non si impara a scuola ma viene dalla propria singola capacità di “sentire” altro e alto.
Il mio non è e non deve essere inteso come lo sfogo derivante da appartenenze politiche o dallo stato di residente nel centro storico. È semplicemente la manifestazione di un dissenso che trae motivazione da un concetto base – che la gente semplice avverte, intuisce ed esprime senza mai essere ascoltata da chi dice di rappresentarci! – che mira a salvaguardare il centro storico, a riportarlo a misura d’uomo, a difenderlo dal rumore, dall’affannosità e dalla confusione (e dal pericolo) del traffico automobilistico. Un centro storico totalmente fruibile dal pedone è più amato e più rispettato.
Per tutte queste buone intenzioni (che l’assessore Fabbro afferma di condividere un giorno sì e l’altro pure) cosa ci ha regalato la mente fervida del Nostro spalleggiata dalle menti fervide degli altri assessori approvanti? La chiusura del centro storico dalle 20 di sera alle 5 del mattino, cioè nel periodo in cui il centro storico si chiude da solo, la gente va a casa a cena, si vede la tv e va a nanna e con la macchina va molto meno in giro rispetto al giorno. Si dirà (lo dirà anche Fabbro?): «Ma così voi del centro storico potrete dormire tranquilli». Grazie Fabbro. Avevamo tanto bisogno di questo tuo aiuto.
Forse l’amministrazione pensa di limitare l’uso notturno indiscriminato di piazza Vittorio Emanuele? Chi vuole andare in piazza ci andrà lo stesso. A piedi dai parcheggi vicini o portando la vettura in quello coperto. Non verrà invece eliminato lo schiamazzo notturno che, anzi, sarà almeno pari a quello di adesso.
O forse l’amministrazione pensa di accontentare «solo» una certa ben individuata fetta di commercianti, gli stessi che gridavano contro la chiusura di via Roma e che adesso guai a toccare la «loro» isola pedonale. Ma scusami, caro Fabbro, scusatemi cari assessori: visto che tutti i cittadini sono uguali, perché non applicate la regola della Ztl anche a via Roma che fa parte del centro storico? O chi sta per via Roma è più cittadino degli altri? Lo so, non lo farete mai, perché sareste linciati da quella stessa categoria che di fatto secondo me vi ha condizionato nella scelta di un orario Ztl così assurdo quanto inutile.
Vi è mancato e vi manca il coraggio di una presa di posizione ferma e decorosa, cioè quella della chiusura al traffico del centro storico. Vedete, a Catania, terra di mafia, di poteri sotterranei, di interessi occulti e ottenuti con metodi non sempre limpidi, ebbene a Catania hanno da anni chiuso al traffico giorno e notte via Etnea, l’arteria lunga diversi chilometri che attraversa l’intera città da Porta Uzeda al raccordo per l’Etna. Ci sono riusciti a Catania a fare una cosa del genere, ma non a Rieti.
Spero di aprire un dibattito con questa lettera aperta. E mi permetto di sfidare l’assessore Fabbro e gli altri membri di giunta a un dibattito. Scelgano essi luogo e ora. Avrò modo di ricordare, se mai dovessero accettarlo, le posizioni sostenute in precedenza da essi e dall’intera amministrazione comunale.
Andrea Di Nicola