La Conferenza dei Sindaci ha preso all’unanimità una netta e precisa posizione relativamente alla parte reatina del piano di riordino della sanità regionale.
La CISL intende manifestare approvazione e sostegno all’iniziativa decisa dai Sindaci della provincia di rivolgere al Presidente Marrazzo la richiesta di attuazione di quanto contenuto nel Decreto emanato lo scorso anno dallo stesso Presidente della Regione Lazio in qualità di Commissario ad acta per la Sanità (riallocazione di 60 posti letto per acuti negli ospedali della provincia, riconoscimento di 326 posti letto con relativi accreditamenti per le RSA, assegnazione di 4 posti letto di hospice, attivazione del Presidio Territoriale di Prossimità con 10 posti letto a Magliano Sabina e Amatrice).
In particolar modo, apprezziamo il richiamo alla redazione di un piano di riorganizzazione e rientro condiviso con i rappresentanti dei Comuni di Amatrice e Magliano Sabina, nonché con le Organizzazioni Sindacali, che in questi anni molto si sono spese per l’individuazione di soluzioni non meramente ragionieristiche, ma in grado di conciliare le esigenze di bilancio con l’erogazione dei servizi e la salvaguardia della dignità del lavoro, come dimostra l’accordo sottoscritto il 24 settembre 2008 tra il Vice Presidente regionale Esterino Montino e CGIL, CISL e UGL, giustamente richiamato nel documento finale della Conferenza dei Sindaci.
Coerentemente con queste premesse, la CISL si associa alla contrarietà alla proposta di riordino della sanità regionale presentata lo scorso 3 agosto, sia per quanto riguarda l’indice di letti per acuti fissato al 2,2 per mille abitanti contro il 3,455 previsto dalla normativa nazionale, sia, soprattutto, con riferimento alla paventata chiusura degli ospedali di Amatrice e Magliano Sabina.
Le ipotesi di riconversione dei due nosocomi non sono infatti per nulla convincenti. Se il piano venisse approvato così come è stato articolato, di questi presidi non rimarrebbe granché, con grave nocumento per le popolazioni dei rispettivi territori e per le professionalità che ora vi operano e che risulterebbero inutilmente mortificate.
Da ultimo, giova ricordare come il blocco delle assunzioni deciso in ossequio al piano di rientro contribuisca ogni giorno di più all’abbassamento degli standard assistenziali del sistema sanitario reatino, ormai avviato su una china decisamente preoccupante.