Assistiamo con molta frequenza, ed in quest’ultimo periodo sempre più drammaticamente, ad alluvioni, straripamento di fiumi. Intere zone del nostro paese vengono sconvolte da frane e cedimenti infrastrutturali, con continui “rimpallamenti” di responsabilità e di mala gestione della costa pubblica e, in molti casi, ad impunite azioni di vero e proprio assalto al territorio da parte spesso di speculatori certi di ottenere quanto prima i condoni che, con la scusa di far fare cassa allo Stato e agli enti locali, santificano le loro malefatte e si accingono a procedere sempre più massicciamente fuorilegge per realizzare strutture e manufatti in territori assai precari sotto l’aspetto geologico. Non ritengo di affermare con ciò nulla che non sia già sotto gli occhi di tutti e sulle prime pagine degli organi di stampa, dai giornali on line ai telegiornali passando per le riviste.
Questa mia segnalazione vuole però porre alcune domande, su un determinato problema ed una determinata zona, da me quotidianamente percorsa da tantissimi anni , con ogni mezzo e a piedi: il tratto della Strada Provinciale Salto-Cicolana e precisamente quello compreso tra il ponte Figoreto, subito dopo la frazione di Casette e l’acquedotto dell’ACEA, tutto in comune di Cittaducale, per la lunghezza di circa un chilometro. Il tratto di cui voglio parlare è alla base delle altissime rocce ove si trova il Santuario della Madonna dei Balzi.
Da 2 – 3 anni, quando piove con un po’ più di insistenza del solito, quel tratto viene interrotto da veri e propri torrenti che immancabilmente scendono dall’alto, trascinano detriti e invadono la Provinciale mettendo a repentaglio l’incolumità degli automobilisti. Non pochi sono stati in questi circa 20 mesi gli interventi dei Vigili del Fuoco e delle forze di polizia.
Un fenomeno ripetitivo che assume proporzioni assai preoccupanti soprattutto se la pioggia insiste per più ore o se si presenta con vere “bombe d’acqua”, come accadde pochi mesi fa.
Un problema ormai noto a tutti che mai negli ultimi oltre 50 anni si era verificato in una zona che costò moltissimi milioni per metterla in sicurezza, tramite lavori sulle rocce e imbrigliamento con reti “posate” con l’ausilio anche di elicotteri.
Perché, allora, in questi ultimi due anni si assiste con puntuale ricorrenza ai “rovesci torrenziali” provenienti dall’alto delle rocce? Non sono pochi coloro che addebitano tale inconveniente al fatto che qualche cosa, nell’orografia a monte delle rocce stesse, sia stato fatto ed abbia modificato il corso delle acque piovane!
Se è così ci auguriamo che le autorità comunali e quelle più direttamente interessate alla sicurezza ed alla incolumità dei cittadini, abbiano avuto modo di verificare (ormai viene detto a furor di popolo), circa le cause di questo novello pericolo in quel tratto della Salto-Cicolana. E se, in parole povere, le realizzazioni che hanno provocato il mutamento del deflusso delle acque piovane, possa essere di nocumento anche agli imbrigliamenti delle rocce, molto anni fa realizzati.
Non basta mettere il cartello di “pericolo”, ormai fisso, anche perché basta poca pioggia per vedere fango e detriti che invadono il piano stradale! La gente è preoccupata! Soprattutto quella che quotidianamente percorre quel tratto di strada. Non sarebbe male se, chi di dovere e competenza, decidesse concreti sopralluoghi (ed i verbali degli interventi straordinari ripetutisi in questi ultimi mesi dovrebbero più che giustificarli), e dia, prima che arrivi la tragedia, assicurazioni in merito. Prevenire (sentiamo dire ripetutamente) è meglio che registrare i disastri, soprattutto se ai mutamenti naturali aggiungiamo quelli dell’uomo. Speriamo che qualcuno raccolga questa segnalazione.