L’assessore all’Urbanistica del comune di Rieti si è dimesso e questa volta, a differenza di più di un anno fa, non ci saranno ripensamenti. Lo scenario è quasi simile a quello di allora, con i giornali che parlano di problemi giudiziari, il Partito Democratico che, nonostante le smentite, non riesce a nascondere il suo straordinario interesse per quell’assessorato, la comunità locale che si interroga sulla bontà delle scelte “tecniche” del sindaco. Nell’estate del 2013 si parlò di un paio di esponenti del PD, oggi circola con insistenza l’ipotesi del capogruppo PD in consiglio comunale, forse predestinato a ricoprire quel ruolo. Chissà perché?
Qualcuno parla di dimissioni previste, o dovute, o richieste, e intanto il sindaco, con piglio decisionista, comunica che assumerà l’interim dell’assessorato, mentre ringrazia l’uscente Arc. Cecilia per il lavoro straordinario che ha svolto. Se ciò significa che la politica urbanistica della giunta comunale continuerà imperterrita secondo le linee tracciate dall’assessore Cecilia, non potremo fare altro che preoccuparci.
“NOI DEM” non si interessa ai comportamenti personali o ai rapporti fra delegato e delegante. Presta attenzione, invece, ai presupposti politici e agli obiettivi programmatici che un settore così nevralgico deve garantire. Sono passati circa trenta mesi dall’insediamento della Giunta Petrangeli e l’Urbanistica non ha prodotto una sola iniziativa, un solo atto concreto che abbia dato un minimo di ossigeno ad un settore in crisi e confuso. Gli uffici, tra l’altro, sempre più allo sbando e sempre più disorganizzati, non garantiscono neanche l’ordinaria amministrazione, aumentando le difficoltà dei tecnici, dei liberi professionisti e dei cittadini. In verità, sono state adottate due deliberazioni, una del Consiglio, n.18 del 07/04/2014, ed una di Giunta Comunale, n.160 del 31/07/2014, ma, oltre ad essere non condivisibili per l’interpretazione di norme e procedure, destano inquietudine dal punto di vista politico. Quelle delibere, infatti, hanno evidenziato, in modo inequivocabile, i limiti e l’approssimazione delle scelte operate dal governo del comune in materia di urbanistica e di gestione del territorio, del tutto incapaci di stimolare una ripresa delle attività produttive.
Prima di assumere certi atti, bisogna chiarire, a tutti gli operatori del settore e ai cittadini, la corretta valutazione delle esistenti perimetrazioni, ex art. 27 legge 457/78, del centro storico del capoluogo e di quello delle frazioni, anche in ragione della poca chiarezza degli strumenti in dotazione all’Ente, precisando quali sono gli strumenti di riferimento dei citati centri storici delle frazioni, quali i contorni. In questi ambiti, vige il vecchio P.R.G. o il nuovo, ancora non ben definito? O c’è il rinvio a strumenti previsti e predisposti, ma mai adottati?
A distanza di oltre due anni, ancora non si affronta apertamente il “problema” del P.P.A. (Programma Pluriennale di Attuazione), su cui girano voci poco rassicuranti proprio su interpretazione e portata della legge che lo prevede. La linea seguita dall’assessorato, evidentemente condivisa dalla maggioranza, è stata e, ci sembra di capire, vuole essere quella della non partecipazione, del non coinvolgimento nelle decisioni rilevanti, forse predisposte in “privato” e assunte, poi, in camera caritatis dalla Giunta Comunale, magari nottetempo e con la presenza di pochi assessori.
Ci aspettiamo che il sindaco, con realismo e facendo tesoro di ciò che è stato, valuti serenamente la delicatissima situazione che deve fronteggiare. Spazi per ulteriori sperimentazioni non ci sono e sarà bene non dimenticare che il conflitto di interessi, quando esiste, non può essere mistificato. Valeva, forse, per l’assessore Cecilia e vale, o potrebbe valere, senz’altro, per qualcun altro.