Sono attualmente in corso da parte della dott.ssa Priscilla Armellin dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, alcune ricognizioni finalizzate a redigere una carta archeologica del territorio di Poggio Mirteto.
A seguito di queste ricerche è stato individuato l’ingresso di un acquedotto romano nelle cui vicinanze erano noti da tempo i resti di una villa che ebbe una lunga durata di vita dal III sec. a.C. al II sec. d.C.. Ad effettuare l’esplorazione e la documentazione del manufatto sotterraneo è stato il Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio di Salisano. Dopo aver percorso un centinaio di metri gli speleologi sabini si sono dovuti arrestare in prossimità di un crollo al di sotto di un pozzo. Impossibile quindi conoscere il reale sviluppo planimetrico sotterraneo di questo acquedotto.
Il cunicolo, alto m 1,40 e largo cm 0,40 presenta le pareti in muratura messe in opera con malta abbondante completamente rivestite di cocciopesto e la volta a cappuccina. Alcuni depositi fangosi all’interno del condotto rendono oltremodo difficoltosa la progressione all’interno dello stesso. L’acquedotto è ancora attivo e attualmente alimenta un piccolo fontanile rurale.
“Si tratta di un’opera idraulica molto simile ad altre presenti su tutto il territorio sabino” sottolinea Cristiano Ranieri archeologo e presidente del Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio “che trova confronti per tecnica costruttiva e tipologia in particolare con l’acquedotto della Misericordia a Poggio Mirteto il cui impianto si attribuisce al II sec. a.C.”.
Le ricerche, ancora in corso, sono condotte sotto la direzione del dott. Alessandro Betori della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. Hanno preso parte alle esplorazioni Fabrizio Marincola, Loredana Fauci, Elena Felluca, Cristiano Ranieri e Tullio Dobosz.