Chiusura laboratori e reparti ospedale, una inaccettabile discriminazione politica

Le associazioni  di volontariato del Comitato Diritto alla Salute di Rieti, si sono incontrate venerdi 25 luglio,  presso la sede del’Acli, per discutere e  valutare le ripercussioni sui Servizi , sulla  qualità delle prestazioni , i rischi per i pazienti ed i disagi per il nostro territorio a causa della riforma regionale del sistema dei laboratori analisi  pubblici, prevista dal decreto del 7 luglio 2014. Normative decise a tavolino e prive di valutazioni sul campo, che prospettano persino la chiusura di numerosi Servizi e reparti ospedalieri (geriatria, emodinamica, pneumologia, nefrologia, postazione 118, gastroenterologia, ecc.).
Alla riunione era   presente anche il dottor  Zepponi,   il quale  gentilmente ha spiegato gli aspetti tecnici e critici  della riorganizzazione della rete dei laboratori laziali.
Il Comitato, pur esprimendo soddisfazione per gli sforzi  e il grande impegno mostrato dall’ attuale amministrazione regionale e locale per far uscire la regione Lazio  dal commissariamento ritengono però, che la  riduzione della spesa pubblica e l’allettamento dell’abbassamento della pressione fiscale, i  risparmi e la razionalizzazione  dovrebbero essere  distribuiti equamente tra le cinque province del Lazio. Il Comitato sottolinea come questo  vada a discapito di quei territori, come quello reatino, che per  la sua  peculiarità demografica, economica  e orografica vedono declassato il loro laboratorio di analisi, da  anni  polo  di  eccellenza e di riferimento, non solo per il vasto  territorio  provinciale,  ma anche  punto di riferimento delle comunità limitrofe ,  e temono che sia solo una tappa per ridurre drasticamente  i  servizi sanitari sul territorio.
A questo scopo il Comitato, con spirito di servizio,  vuole ricordare che l’attività di analisi dell’attuale laboratorio (circa 2 milioni e 200.000 analisi l’anno) non è troppo lontana dai 3 milioni  previsti dal decreto del 7/7/14, e di  tenere  conto di ponderare   politicamente  le seguenti criticità e peculiarità del territorio reatino:
1) la enormi  distanze  tra l’Hub di riferimento n.3   S.  Camillo  e le comunità periferiche della provincia  di Rieti , percorsi di  140 Km circa.
2) Le cattive condizioni climatiche, specialmente durante i mesi invernali che potrebbero impedire i trasporti protetti dei campioni da analizzare.
3) L’alto rischio organizzativo prodotto dalla congestione del traffico e i lunghi percorsi sulla S.S. Salaria  che i prelievi devono subire mettendo a rischio l’efficienza dei risultati di analisi.
4) La struttura demografica del territorio reatino con il 24 % di popolazione anziana.
5) l’azzeramento   di anni di esperienza e di eccellenza di lavoro e formazione del capitale umano, di professionisti, uomini e  donne, i quali  hanno  profuso con il  loro lavoro quotidiano ricchezza e salute su questo territorio. La struttura sanitaria  già allo stremo, come quella del  reatino e dell’alto Lazio, metterá  a rischio la coesione di territori e aumenterâ la  povertâ.
6) concludendo, date le condizioni sopra spiegate  il Comitato esprime una profonda delusione in quanto  si aspettava da questa Amministrazione regionale,  invece,  un potenziamento di tutta la sanità reatina e qualitativo  del Laboratorio e, Servizio strategico di tutto il sistema sanitario locale e punto di ricerca dell’Università.
Ritenendo che l’orientamento delle politiche policentriste e armonizzatrici che la regione sta attuando fino ad ora, vengano attuate anche per Rieti,  il Comitato Diritto Salute  di Rieti preannuncia  che metterà in atto ogni sforzo per unire tutte le forze sociali a difesa dei Servizi essenziali per la popolazione locale, e chiede alla Regione Lazio un ripensamento tempestivo ed uno sforzo politico che possa garantire anche  ai reatini quell’uguaglianza sostanziate prevista dalla nostra Costituzione.
Per il Gruppo di Coordinamento del Comitato Diritto Salute Rieti: Renato Desideri, Antonio Ferraro, Susanna Barina, Mariano Gatti, Tullio Ciogli.