Postribù: “I Comuni della Piana Reatina vogliono valorizzare il Velino, ma perché prima non salvarlo?”

“In questi giorni il calendario è ricco di avvenimenti che ci parlano del nostro territorio legato alle acque: su tutti, l’iniziativa per il riconoscimento da parte della FAO del valore del paesaggio della piana reatina ed il progetto per la valorizzazione del fiume Velino nel tratto urbano della città di Rieti. Ci chiediamo, però, se ci sia la piena consapevolezza, da parte dei nostri amministratori, che il Fiume Velino non è certo solo quel tratto urbano di 1,5 km, e che il paesaggio rurale più a valle dipende quasi esclusivamente da esso e dai suoi affluenti. Senza nulla togliere al valore di queste pregevoli iniziative, non ne comprendiamo il senso se poi non si va a considerare quanto sta per succedere alle sorgenti del Peschiera che in gran parte alimentano il Fiume Velino.

Tutti gli amministratori della provincia di Rieti sono ben consapevoli di cosa comporterà la realizzazione del raddoppio dell’acquedotto del Peschiera così come è stato progettato da Acea S.p.A., ma si continua a far finta di niente, nonostante anche la Coldiretti abbia fatto notare come da questo progetto si avranno “enormi vantaggi per Acea e nessuno per il territorio”, dato che non viene riservata nemmeno una goccia d’acqua ai Comuni dell’ATO3 Rieti e che l’aumento di prelievo dalle sorgenti del Peschiera non potrà che incidere negativamente sulla disponibilità di acqua per l’agricoltura della piana reatina, oltre che per le attività ricreative che si vogliono garantire a Rieti.

Basta ricordare che uno dei criteri per la candidatura FAO è proprio quello dell’“integrità” territoriale, principalmente legato alla funzionalità dei suoi canali naturali ed artificiali i quali, anche sfruttando l’acqua del Velino, hanno permesso all’agricoltura (ed agli agricoltori!!) di continuare a sussistere. Eppure, semplicemente facendo rispettare la legge, si potrebbe ancora fare qualcosa per evitare un nuovo disastro ambientale dopo quello causato al fiume Farfa.  Il 13 febbraio scadono, infatti, i termini della Conferenza di Servizi per l’approvazione del Progetto Definitivo del “Nuovo tronco superiore acquedotto del Peschiera – dalle Sorgenti alla Centrale di Salisano” e, soprattutto i Comuni di Rieti, Cittaducale e Castel Sant’Angelo sono chiamati ad esprimersi definitivamente sulla compatibilità dell’opera con gli usi civici.

Anche senza esprimere parere negativo sul progetto di raddoppio dell’acquedotto del Peschiera, sarà sufficiente rivendicare l’uso civico sulle acque, per i diversi scopi di cui storicamente beneficiano le comunità reatine, per imporre che non vi siano ulteriori prelievi d’acqua oltre gli attuali circa 8.800 litri al secondo, soprattutto in assenza della Valutazione di Impatto Ambientale per le derivazioni idriche che, seppur obbligatoria, non è stata ancora avviata. Sarebbe gravissimo se i nostri amministratori e uffici tecnici si lasceranno sfuggire quest’ultima occasione per tutelare la risorsa più importante che abbiamo nel nostro territorio, consegnandola definitivamente in mano alla speculazione della multinazionale Acea S.p.A.”

Così nella nota Postribù