ALIMENTIAMOCI IN SALUTE – Il ruolo del microbiota intestinale nella sensibilità al glutine non celiaca

Nuovo appuntamento con la dott.ssa Raffaella Silvi, biologa nutrizionista – www.nutrizionistasilvi.it Telefono327 8517226 (anche WhatsApp). Oggi parliamo del ruolo del microbiota intestinale nella sensibilità al glutine non celiaca:

La sensibilità al glutine/grano non celiaca è una entità clinica caratterizzata da sintomi intestinali ed extra intestinali indotti dall’ingestione di glutine in assenza di allergia al grano o di malattia celiaca (1). Sul piano sintomatologico, i soggetti affetti da questa condizione clinica riferiscono sintomi intestinali come alterazioni del transito, sia in senso stitico, sia in senso diarroico che alvo alternato associato a gonfiore addominale. Molti pazienti riferiscono, altresì, pienezza post- prandiale, reflusso gastro-esofageo, nausea e sintomi extra- intestinali come emicrania, alterazioni del tono dell’umore, ansia e/o depressione e manifestazioni muscolo- scheletriche. Il corredo clinico sintomatologico tende a regredire dopo la sospensione del glutine dalla dieta e recidiva dopo il re – challenge (2). Il glutine è costituito da un gruppo di proteine, in particolare prolamine e glutenine, presenti nei cereali come il frumento (gliadine e glutenine), la segale (secaline e secalinine) e l’orzo (ordeine e ordenine). L’abbondanza dei residui di glutammina e prolina nelle proteine del glutine diminuisce la sua degradazione da parte delle proteasi intestinali umane, riducendone quindi la digeribilità. (3.4).

I peptidi diventano un serio problema nel momento in cui ci troviamo in una situazione per cui la mucosa intestinale si lascia da essi attraversare. Ciò avviene quando non è integra e purtroppo questa è una situazione molto frequente. Se la funzionalità dell’intero apparato digestivo è buona, ad iniziare dalla masticazione sino all’assorbimento dei nutrienti da parte dei villi, non vi saranno conseguenze sulla fisiologia della mucosa intestinale. Se invece qualche meccanismo si “inceppa” (scarsa masticazione, difficoltà digestive da parte dello stomaco o situazione di disbiosi intestinale) allora la possibilità che i peptidi possano recare danni alla salute, dipenderà dalla condizione della mucosa intestinale: se la mucosa è integra ed efficiente, eseguirà il suo compito di filtro in maniera da fare passare nel sistema sanguigno e linfatico solo i nutrienti; viceversa se la permeabilità dell’intestino non è ottimale allora sostanze non completamente digerite potranno oltrepassarla. Queste molecole verranno a contatto con il GALT (sistema immunitario intestinale) che non le riconoscerà come “amiche”, come nutrienti utili per l’organismo ma, al contrario, come aggressori e come tali cercherà di attaccarle ed eliminarle (reazione infiammatoria). È quindi nell’intestino, e in particolare nell’integrità della barriera mucosa selettiva e assorbente dell’intestino tenue, dove avviene l’assorbimento dei nutrienti, che si gioca la partita della salute. La flora batterica intestinale ospita fra microrganismi amici, innocui e patogeni, più di 400 specie. Nell’intestino tenue, la densità della popolazione batterica cresce notevolmente dalla parte superiore a quella inferiore di questo tratto intestinale con valori che vanno da diecimila organismi ai centomila, fino ad arrivare ai dieci milioni per millimetro. La varietà di flora che ritroviamo nell’intestino tenue comprende streptococchi, piccoli quantitativi di bacteroides, una varietà di lieviti. Ma il maggiore colonizzatore, il re indiscusso fra i batteri benefici dell’intestino tenue è il Lactobacillus acidophilus. Questo batterio è un grande alleato del nostro intestino e una sua buona colonizzazione nel tenue rappresenta una vera e propria barriera difensiva nei confronti di microrganismi patogeni.

I lattobacilli acidofili producono perossido di idrogeno (acqua ossigenata), acidi ed antibiotici naturali selettivi (acidofillina, lattocidina, acidolina e acidocolina) che minacciano l’esistenza di batteri patogeni. La superficie intestinale può essere considerata come una sorta di campo di battaglia dove in continuazione microrganismi di varie specie e natura si contendono lo spazio, quindi maggiore sarà la presenza nell’intestino tenue di acidofili e minore possibilità avranno altri organismi di presidiare il territorio e quindi aggredire la mucosa intestinale, come nel caso di alcuni ceppi di Escherichia coli che scavano letteralmente dei fori nelle pareti intestinali, cosi come la candida nella sua forma patogena. Possiamo dunque concludere affermando che tutto ciò che incide sulla vitalità e sulla presenza numericamente adeguata dei batteri benefici che costituiscono la flora intestinale, prima barriera difensiva è, di conseguenza, la causa che facilita il passaggio in circolo da parte dei frammenti proteici.

Dott.ssa Raffaella Silvi, biologa nutrizionista – www.nutrizionistasilvi.it 
Telefono327 8517226 (anche WhatsApp)

Bibliografia:

(1) N. Calabriso, E. Scoditti, M.Massaro, M. maffia, M. Chieppa, B. Laddomada, M.A. carluccio (2022) Non celiac Gluten Sensitivity and Protective Role of dietary polyphenols. Nutrients, 14, 2679.

(2) G. Caio, L.Lungaro, N. Segata, M. Guarino, G. Zoli, U. Volta, R. De Giorgio (2020) Effect of <gluten sensitivity diet on gut microbiota composition in patients with celiac disease and non-celiac gluten/wheat sesitivity. Nutrients 2020, 12, 1832

(3) G. Caio, U. Volta, A. Sapone, D.A. Leffer, R.De Giorgio, C. Catassi, A. fasano, (2019). Celiac disease: a comprehensive current review. BMC Med , 17, 142

(4) K.A. Bascunan, M. Araya, L. Roncoroni, L. Doneda, L.Elli (2020) Dietary glueten as a conditioning factor of the gut microbiotain celiac disease. Adv Nutr, 11, 160-174

“Gluten sensitivity” – Paola Bravin, Chiara di Marco, Elena Favaro, Alessandro Ranchio, Chiara Rubini- Edizioni Erredici Padova