“Il rincorrersi di notizie sulle ennesime recenti dimissioni dell’ingegnere capo del settore tecnico di APS, evidenziano senza dubbio una reale e concreta instabilità in quello che dovrebbe essere il settore essenziale per un gestore del Servizio idrico integrato”. Così il delegato UIL alle partecipate, Marco Palmerini, torna sul tema Acqua pubblica sabina.
“Questo strano fenomeno di dimissioni volontarie di dirigenti e funzionari tecnici, con un trend che non può passare certo inosservato – spiega Palmerini – meriterebbe forse un’analisi approfondita quale indicatore del reale stato dell’azienda. Quando gli avvicendamenti colpiscono quella che dovrebbe essere per natura la figura professionale per eccellenza in grado di garantire la gestione tecnico operativa della società, ci troviamo dinanzi a un problema, quando ciò accade in pieno Piano di ripresa e resilienza il problema assume proporzioni enormi. In una società in house – prosegue il sindacalista – dove l’immobilismo del management sembra divenuto un mantra, assistere alle dimissioni di due ingegneri qualificati e dotati di un’approfondita conoscenza ci fa chiedere quale siano le reali ragioni di queste scelte.
Sarà una questione di feeling con il territorio o malessere emotivo – ironizza Palmerini – o forse più semplicemente questa azienda non è così attrattiva come traspare dalle frequenti narrazioni autocelebrative del Presidente? Certo è che questo clima parrebbe davvero non piacere ai vertici dell’azienda, tanto da arginare il problema con un massivo investimento di denari pubblici in un programma di formazione manageriale per valorizzare e trattenere in azienda le proprie risorse, i cui costi parrebbero ammontare a oltre 160mila euro.
Ogni ulteriore considerazione – conclude Palmerini – appare superflua, non ci resta che attendere l’avvio della selezione di evidenza pubblica per la ricerca di un nuovo direttore tecnico, auspicando nella devozione di un soggetto dotato di elevata qualificazione manageriale e comprovata specializzazione professionale acquisita in funzioni dirigenziali maturate nelle utility dei servizi idrici. Ma del resto poco importa quando restano i cittadini a pagare”.