“Quanto sta accadendo in Comune non ha del ricolo, perché il senso del ridicolo è stato ampiamente superato. Il presidente del consiglio comunale Claudio Valentini fonda, insieme ad altri tre consiglieri comunali, un gruppo chiamato Fratelli di Rieti, schierato con la Meloni, ma contro Sinibaldi. Cosa vuol dire? Non lo sanno che la Meloni sta con Sinibaldi?
Ma ascoltate: il motivo della rottura sarebbe l’assenza di dialogo all’interno della maggioranza. Ma se solo alcune settimane fa erano d’accordo sulle candidature per le provinciali? Non hanno dialogato quando hanno eletto Emiliana Guadagnoli, uno dei membri del manipolo di avventurieri?
Valentini parla poi di mancata condivisione e di divergenze amministrative: non sarebbe il caso che fossero esplicitate alla cittadinanza queste divergenze? Per non farsi mancare niente, infine, Fratelli di Rieti, a poche ore dalla nascita, si federa con altri due “dissidenti”: Antonio Emili (Io ci sto) e Simone Miccadei (prima Italia Viva, poi UDC, poi chissà…).
Un po’ tutta la politica, ma oggettivamente più quella di destra, ci ha abituato a questi tristi teatrini. Tutta questa farsa riecheggia ad esempio la denuncia in procura che fece l’allora consigliere comunale Andrea Sebastiani contro l’allora sindaco Cicchetti. Oggi, guarda caso, Sebastiani è Assessore al Bilancio, nominato dal sindaco Daniele Sinibaldi, già vice di Cicchetti, nei confronti del quale Sinibaldi non ha però mai dichiarato, né tantomeno dimostrato, discontinuità.
Quindi questi signori si prendono in giro tra di loro (e fin qui sarebbero affari loro), ma prendono anche in giro i reatini. Perché, lo ricordiamo, Valentini è il presidente del consiglio comunale, una carica istituzionale di rappresentanza e garanzia di tutta la città. È difficile capire quali siano i veri intenti dei Fratelli di Rieti e dei suoi federati: ce lo dirà il tempo, come per Sebastiani. Di una cosa siamo però certi: navigano a vista e sfruttano le opportunità inseguendo le loro ambizioni personali. Ci evitino pertanto la retorica di evocare gli interessi dei reatini come il faro che illumina il loro cammino, anche perché è evidente che procedano in ordine sparso, come se camminassero al buio”.
Così nella nota NOME Officina Politica