Migliaia di agricoltori provenienti da tutto il Lazio sono scesi in piazza con la Coldiretti davanti al palazzo della Regione per manifestare contro l’assenza di misure che rimettano al centro l’agricoltura e la mancanza di risposte a tutte le istanze degli agricoltori avanzate dalla federazione laziale.
“Da mesi le nostre proposte restano inascoltate – dichiara il presidente di Coldiretti Lazio David Granieri – e assistiamo all’inconsapevolezza della situazione di crisi e di spossatezza, che investe molte delle principali filiere agricole della nostra regione. L’assessore all’Agricoltura deve riprendere in mano la delega agricola con risposte politiche, perché lasciare in mano tutto alla tecnostruttura, con il direttore generale in testa, ha portato ai risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti. Inoltre – aggiunge Granieri – interpellati più volte per le vie brevi sui vari problemi, la struttura e l’assessore si sono rifugiati dietro al ‘non ci sono risorse per il settore agricolo’. Questa cosa non la possiamo accettare, sia per l’importanza strategica che l’agricoltura laziale riveste all’interno della tenuta generale della Regione Lazio e sia dal punto di vista politico ed economico. Per questo esortiamo il presidente Rocca, l’assessore Righini e l’intera Giunta, ad individuare tutte le possibili soluzioni al fine di trovare risorse per risolvere la crisi che sta investendo l’agricoltura del Lazio. Lo stesso presidente Rocca ha garantito la disponibilità sua e dell’intera giunta a dare risposte e confrontarsi sui problemi degli agricoltori”.Gli agricoltori hanno denunciato, con slogan, cartelli e striscioni, una crisi in tutte le filiere: da quella del settore ovino, con un calo di 250 mila capi, a quella suinicola, che continua ad essere minacciata dalla Peste suina, fino a quella dell’ortofrutta con la moria dei kiwi e la corilicoltura con un calo del 50% del raccolto di nocciole. Problemi anche per la filiera bufalina con il calo del prezzo del latte alla stalla del 30%, oltre alla zootecnia, sia per la filiera del latte che della carne, dove è necessaria una profonda riorganizzazione e programmazione. A tutto questo si aggiungono gli inaccettabili ritardi relativi alle misure dello sviluppo rurale con scelte che non coincidono con le reali esigenze del settore, figlie del mancato confronto.
“La crisi che stiamo attraversando e la mancanza di risposte dipendono anche dall’ottusa scelta del direttore generale – prosegue Granieri – e della tecnostruttura di non avere mai voluto un confronto democratico con la vera rappresentanza o, nel miglior dei casi, pensare che rappresentanze non riconosciute valgano con la logica ‘di uno vale uno o di uno vale l’altro’. Da qui la mancanza di risposte efficaci alla crisi di tante filiere agricole nel nostro territorio laziale. Sono questi i motivi che ci portano alla mobilitazione di oggi davanti alla Regione Lazio con i nostri agricoltori”.Una situazione insostenibile per l’agricoltura che passa anche dai ritardi sulla fauna selvatica con i cinghiali che continuano a distruggere fino all’80% dei raccolti e un contenimento della Peste suina e della Lingua blu, totalmente inefficaci. Fino ad arrivare ai lupi che sbranano pecore e capre degli allevamenti, con pastori costretti a dormire in auto per evitare aggressioni e perdite senza ricevere i necessari ristori.
“La nostra è una mobilitazione permanente – conclude il presidente di Coldiretti Lazio – Non siamo più disposti a vedere trattare il settore agricolo come la ‘Cenerentola’ degli interessi complessivi della Regione. Non ci fermeremo fino a quando non verrà restituita all’agricoltura del Lazio la giusta centralità che merita. Siamo qui per avere subito risposte al disagio dei nostri coltivatori e per risolvere i problemi degli agricoltori”.