Antonio Preite, primo reatino assolto “per legge” dal reato di abuso d’ufficio cancellato dal codice penale

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Antonio Preite, 63 anni, ex direttore del settore finanziario del Comune di Rieti, è il primo reatino a essere stato assolto dall’accusa di abuso di ufficio dopo l’abrogazione del reato. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte di Appello di Roma e la sua condanna a dieci mesi, inflittagli dal tribunale reatino al termine del processo sul caso legato al presunto svolgimento irregolare del servizio di controllo di gestione dell’amministrazione affidato a due società umbre, è stata cancellata.

Revocata dai giudici della terza sezione anche la pena accessoria relativa alle statuizioni civili, il risarcimento che avrebbe dovuto eventualmente corrispondere al Comune (costituito parte civile con l’avvocata Antonella Aguzzi), mentre ha confermato nel resto il verdetto di primo grado che prevede l’invio degli atti alla Corte dei Conti. Insieme a Preite, è stato assolto per la stessa ragione Massimo Morelli (condannato in primo grado a otto mesi), il consulente di Terni titolare della Brand Up srl, subentrato all’altro consulente Carlo Latini, quest’ultimo primo affidatario della convenzione, processato e dichiarato prescritto a Rieti per lo stesso reato.Ascoltata la sentenza, l’avvocato Antonio Perelli, difensore dell’ex direttore finanziario, si è riservato di valutare la possibilità di avviare un’azione per chiedere il risarcimento per ingiusta detenzione, ma sarà necessario attendere prima il deposito delle motivazioni previsto tra novanta giorni. Preite e Latini  finirono infatti nel novembre 2012 agli arresti domiciliari (a Morelli fu imposto il divieto di dimora a Rieti), dove trascorsero quasi tre mesi prima che il tribunale del Riesame revocasse le misure cautelari.

Vicenda complessa, che terremotò nel 2012 il Comune di Rieti dopo l’elezione a sindaco di Simone Petrangeli, subentrato a Giuseppe Emili, e che sulla base delle indagini condotte del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza aveva portato l’ex procuratore Giuseppe Saieva a contestare agli indagati l’appropriazione di 478.276 euro, pagati dal Comune nell’arco di nove anni (dal 30 gennaio 2003 al 26 marzo 2012) alle società Carlo Latini sas e alla Brand Up srl, per un’attività di controllo che sosteneva essere stata svolta solo in parte o in modo fittizio. Accusa di peculato che causò gli arresti disposti dalla gip, Francesca Ciranna. Il dibattimento svoltosi in tribunale non riuscì però a dimostrare la fondatezza dell’accusa originaria, tanto che le imputazioni che avevano portato al rinvio a giudizio degli imputati furono riqualificate dal collegio presieduto da Carlo Sabatini in abuso d’ufficio.

Ma per Preite la vicenda era andata avanti culminando con il suo licenziamento, disposto dal Comune a guida Petrangeli, mentre un altro giudizio svoltosi davanti alla Corte dei Conti per un presunto danno erariale per mancato versamento di somme all’Iva, si era concluso con l’assoluzione dell’ex dirigente. Lasciata la sede di piazza Mazzini, Preite – oggi responsabile dell’ufficio finanziario e amministrativo di Longone Sabino – ha poi ricoperto le stesse funzioni in comuni toscani delle province di Pisa e Grosseto, laziali (Amatrice e Accumoli), e abruzzesi, a Campotosto. Fonte GiustiziaRi.it