APS, Palmerini (UILTec Rieti): “Necessario radicale cambio di paradigma”

“Sono ormai trascorsi più di sette anni da quando la conferenza dei sindaci deliberò la costituzione e contestuale affidamento per la gestione del servizio idrico integrato alla società in house Acqua Pubblica Sabina, sulla scorta di un Piano economico finanziario costruito con ogni evidenza più per giustificare il mantenimento della tariffa bassa che analizzare obiettivamente i reali costi di gestione. La riprova si ha semplicemente analizzando i bilanci di Aps che, già dal primo anno di gestione, hanno portato alla luce i dati realistici, evidenziando un esplosione dei costi operativi, raddoppio dell’organico, oneri finanziari per indebitamenti verso le banche (del resto una società si regge sui numeri e non sulle narrazioni fantastiche)”. Inizia così la lettera che Marco Palmerini, della UilTec Rieti, ha scritto alla società Acqua Pubblica Sabina.

“Sin dall’avvio dell’operatività di Aps, nel 2018  – scrive Palmerini – é apparsa evidente la necessità di una gestione di tipo industriale per garantire standard accettabili di prestazioni e investimenti. Perché non sposare quindi un modello esistente e performante come quello di Acqua Latina? Così è stato, il management ingaggiato e gran parte degli apicali migrati e inseriti in organico ne sono la prova. E’ notizia di questi giorni che nel territorio pontino, c’è stata una levata di scudi da parte degli utenti, associazioni di categoria e sindaci per contestare l’ingiustificato indebitamento della società e l’aumento indiscriminato delle tariffe idriche registrato nell’ultimo decennio a fronte di faraonici investimenti che parrebbero non aver prodotto le attese sperate in termini di riduzioni delle dispersioni idriche ed efficientamento del servizio. Non vorremmo essere cattivi profeti e assistere passivamente a un dejavu che il nostro territorio non può certo permettersi”.
“E’ sempre opportuno tenere a mente infatti che Aps è stata costituta senza ricorrere al mercato, come organismo in house – prosegue l’esponente Uil – rappresentando di fatto un modulo organizzativo di cui le amministrazioni si avvalgono per soddisfare proprie esigenze e assicurare un servizio pubblico essenziale alla collettività. La continua propaganda cui siamo continuamente bombardati dal Presidente e dal management non ci convince affatto e non palesa altro che l’autorefenzialità di un’azienda che avendo ormai spento la settima candelina non può più immaginarsi chiusa in un mondo ovattato ma aprirsi a un confronto serio e negoziale, anche con i sindacati”.

E’ per questo che chiediamo un radicale cambio di paradigma nella gestione della in-house che riporti l’utente al centro orientando la società verso la partecipazione e l’ascolto dei cittadini quali strumenti utili e costruttivi per verificare la qualità e l’efficacia dei servizi prestati. E’ giusto costruire un modello di relazione gestore-utente basato sulla fiducia e dare nuova legittimazione all’azione fondata sulla capacità di dare risposte tempestive e corrispondenti ai reali bisogni dei cittadini. E’ il momento di ascoltare e comprendere a fondo i bisogni che il cittadino-cliente esprime, porre attenzione costante al suo giudizio, sviluppare e migliorare la capacità di dialogo e di relazione tra chi eroga il servizio e chi lo riceve (e sostiene economicamente).

E’ auspicabile quindi maggiore trasparenza e partecipazione – si legge nella lettera UilTec – lasciamo che siano i cittadini, utenti e contribuenti,  a valutare l’operato dell’azienda investendo magari le risorse sino a oggi spese in inutili contribuzioni per ottenere premi e propaganda mediatica, in efficaci rilevazioni periodiche per monitorare la “Customer Satisfaction” e migliorare i livelli di qualità del servizio erogato, così come espressamente disposto dal DPCM 29 aprile 1999 e recepito nella Carta dei Servizi di Aps. Per il nostro Sindacato, fortemente permeato in un tessuto territoriale oltremodo logorato, non è possibile esimersi dallo svolgere una funzione di salvaguardia, mantenendo lo sguardo vigile sull’impatto che un pubblico servizio è in grado di determinare sull’economia locale, avendo ben chiaro come gli effetti di qualsiasi scelta adottata da un’azienda come APS, ancor più in termini di tariffa idrica del servizio, resti un tema centrale nella vita economica e sociale dei cittadini”.

“E’ infine doveroso – conclude Palmerini – ricordare come, a differenza di altri gestori, Acqua Pubblica Sabina goda del beneficio di un contributo annuo di circa 8 milioni di euro (ristoro Acea) per far fronte a investimenti senza incidere sulla tariffa, non basta più sentirsi dire che abbiamo la tariffa più bassa del Lazio. Ci proponiamo quindi per un incontro con gli organi direttivi dell’azienda per condividere ogni eventuale considerazione in merito”.