Con l’inizio del mese di novembre arriva anche tutta la magia e il fascino dell’autunno. Questa stagione è infatti perfetta per godersi il relax e soprattutto la bellezza del turismo lento. Viaggiare lentamente significa rinunciare alla frenesia e fare esperienze locali più autentiche, entrando in contatto con i luoghi e le persone che si incontrano durante il percorso. Niente di meglio allora di andare alla scoperta di un borgo incantevole, come quello medievale di Fara in Sabina, immerso in pittoreschi paesaggi. Questo borgo infatti sorge su Colle Buzio, tra la verde e rigogliosa natura della Sabina e la valle del Tevere, in provincia di Rieti.
Preparatevi dunque per una fuga autunnale indimenticabile, dove il turismo lento sarà la chiave per cogliere appieno la bellezza di questo suggestivo borgo medievale. “La voce della Dea”, un’esperienza che intreccia trekking, cultura e natura: un evento, a cura di Donatella Livigni, antropologa, docente in Funzionalità vocale e musicista, ricercatrice, operatrice escursionistica ASI, che si terrà domenica 17 novembre dalle 9:00 alle 16:30. Il percorso partirà dalla Chiesa di Santa Chiara in Fara in Sabina fino ad arrivare al santuario della Dea, raggiungendo il Monte Acuziano (489 m s.l.m.).
Da qui si potrà godere poi di una splendida vista su Monte Terminillo, Monte Gennaro, Monte Pellecchia e su una larga parte della Sabina. Per informazioni o prenotazioni contattare l’ufficio turistico comunale, 0765 277321, oppure scrivere a donatella.livigni@gmail.com (349 6133596). Il fascino del foliage: uno dei protagonisti indiscussi dell’autunno nel borgo di Fara in Sabina è il foliage. Le foglie degli alberi si tingono di giallo, arancione e rosso, creando uno spettacolo naturale mozzafiato. Passeggiare ad esempio nella pineta o lungo i sentieri del Parco della Rimembranza è un’esperienza rigenerante per corpo e mente.
Il Museo Civico Archeologico della Sabina Tiberina, sito in piazza Duomo a Fara in Sabina: questo affascinante museo, ospitato all’interno del rinascimentale Palazzo Brancaleoni, espone i reperti che hanno consentito di ricostruire componenti importanti della vita e della cultura del popolo sabino. Da non perdere: la sala della Scrittura, interamente dedicata al cippo inscritto ritrovato nel greto del vicino fiume Farfa, e la sala dedicata alla Tomba XXXVI di Colle del Forno. Esplorare il borgo medievale: il borgo medievale di Fara in Sabina, con le sue stradine acciottolate, le case in pietra e gli antichi palazzi nobiliari (Palazzo Orsini, Palazzo Manfredi, Palazzo Martini), sprigiona un fascino particolare in autunno.
Sapori d’autunno: la Sabina, in generale, è una terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Ma è anche un paradiso per gli amanti degli agriturismi e dei prodotti genuini. Questa zona, immersa nel verde, offre infatti una vasta scelta di strutture dove potersi rilassare e soprattutto dove poter gustare i sapori di stagione della cucina locale. Tra gli agriturismi più caratteristici ci sono Agriturismo Santo Pietro, La Raja e Agriturismo Borghetto d’Arci. Immersione tra gli ulivi: la Sabina è una terra fortemente votata alla produzione dell’olio extravergine di oliva. Tutto il territorio comunale è infatti circondato da una natura rigogliosa.
È possibile fare una passeggiata tra distese verdi di uliveti e vigneti che si alternano a boschi e radure. Inoltre, a Canneto Sabino (una piccola frazione del Comune di Fara) è possibile incontrare “L’Ulivone”, un ulivo millenario (considerato uno dei più antichi d’Italia) che rappresenta un vero e proprio monumento naturale. Viene anche chiamato “di Numa Pompilio”, perché la tradizione vuole che sia stato proprio il secondo Re di Roma, tra il 715 e il 673 a.C., a piantare questo esemplare. Pausa romantica sulla terrazza Belvedere: questa maestosa terrazza, situata a pochi passi da piazza Duomo, è un salotto a cielo aperto. È infatti il luogo ideale per una pausa romantica e rilassante o per un aperitivo al tramonto. Da qui si può ammirare l’inconfondibile profilo del Monte Soratte e la valle del Tevere fino a Roma. Si racconta inoltre che da Fara in Sabina si possano contare fino a 92 campanili: Fara è infatti l’unico borgo della Sabina ad avere un panorama a 360°. Scoprire il crocifisso di pelle umana: Fara in Sabina non è solo un gioiello architettonico, è anche un luogo avvolto nel mistero. Uno dei misteri più affascinanti del borgo riguarda il Duomo (Chiesa di Sant’Antonino Martire) che sobrio, ma affascinante, rappresenta un luogo intriso di eleganza, storia e leggende: sorge nel cuore del centro storico, in piazza Duomo, e si erge sui resti di una chiesa preesistente (oggi sotterranea) della prima metà del ‘300.
Nasce tecnicamente come “Collegiata” tra il 1501 e il 1506, ossia come sede di residenza di un “collegio” di canonici. Al suo interno, tra pregevoli opere, si trova anche un crocifisso di inizio ‘600 polimaterico in cuoio, paglia e altre fibre vegetali: la tradizione però narra che la sua pregiata e dettagliata fattura sia data da un rivestimento in pelle umana. L’autunno è un invito a rallentare, a godersi i piccoli piaceri della vita e a riscoprire la bellezza della natura. Concedersi una gita fuori porta a Fara in Sabina in questa stagione vuol dire quindi farsi conquistare dalla magia di questo borgo e dei suoi tesori tanto culturali quanto naturali.