Sul problema che il PdL ha avuto nel presentare nei termini di legge la sua lista provinciale di Roma stanno discutendo a livello nazionale politici, magistrati, giornalisti; finanche il presidente della Repubblica è stato costretto a pronunciarsi.
Su autorevoli giornali si legge di una imminente resa di conti, all’interno del PdL, e questo spiega molti silenzi, qualcuno compiaciuto, qualcuno imbarazzato e qualche dichiarazione che cerca di distrarre responsabilità.
Ci siamo perciò stupiti che si aggiungesse a questo dibattito il consigliere comunale reatino Moreno Imperatori, che è intervenuto a dire la sua qualificandosi proprio in quanto consigliere comunale (del resto, miglior titolo non ci risulta che abbia, nella vicenda e questo giustifica la confusione della "lista provinciale" con fantomatiche "liste regionali") ed addirittura lo fa con intestazione del comune, dando rilievo istituzionale alla propria dichiarazione.
Avremmo evitato di rispondergli se non ci fosse dovuto per il fatto che egli cita i radicali. Non si vede perché li citi, essendo a tutti noto che è stato il Presidente del Tribunale a dichiarare alle 12:00 scaduto il termine, e le forze dell’ordine ad impedire alle 12:45 l’ingresso dell’incaricato del PdL. E’ vero che in tale circostanza (alle 12:45) un esponente radicale ed uno socialista si sono scenograficamente sdraiati a terra, ma questo non è sufficiente per considerare applicata l’ora legale con un mese di anticipo nel solo Tribunale di Roma.
Nonostante la perplessità del perché intervenga e del perché ci citi, rispondiamo, e segnaliamo al consigliere comunale che le proroghe si fanno prima delle scadenze; così fu per il decreto legge 29 marzo 1995 n.90, che fu presentato prima che i termini scadessero; gli segnaliamo anche, senza voler tediare entrando nei particolari, che i precedenti a quanto accaduto sono numerosi, e tutti conclusi senza accettazione delle liste.
Per inciso, il suddetto decreto fu giustificato da un anticipo delle elezioni, disposto dalla legge 23 febbraio 1995 n.43, che di conseguenza aveva accorciato i tempi disponibili per la raccolta firme, che di legge non sono l’ultima mattinata, come il PdL crede che sia. Segnaliamo inoltre che il suddetto decreto legge (che alleghiamo per gli organi di stampa) non riporta traccia della possibilità di "di ritirare e modificare le liste già presentate", checché pro-Patriciello sia stato fatto.
Non è la memoria che deve essere richiamata, ma il rispetto delle leggi e la buona pratica di verificare prima di fare dichiarazioni, specie se non dovute per il proprio ruolo. Ma se memoria deve essere richiamata, allora invitiamo Imperatori a ricordare che non più di una settimana fa dirigenti nazionali del suo partito hanno rigettato ogni ipotesi che allungasse i tempi di presentazione delle liste, e ciò nonostante palesi violazioni di norme da parte delle Istituzioni; magari egli si è dichiarato favorevole, e se abbiamo perso qualche comunicato stampa da Palazzo di Città ci scusi: eravamo impegnati con le firme, per presentarle in ordine ed in tempo.