La necessità di una pianificazione energetica di livello regionale che regolamenti gli insediamenti di produzione energetica in modo da contemperare le esigenze di impresa con quelle delle popolazioni coinvolte, i casi di studio a livello locale su quanto gli imprenditori stanno facendo in termini di sviluppo della green economy, il legame tra energie rinnovabili, turismo e agricoltura fondamentale per poter creare economia sostenibile.
Queste le riflessioni al centro del seminario “Il Nuovo paradigma energetico-ambientale, le imprese e le istituzioni per lo sviluppo e l’innovazione e le esperienze reatine” che si è svolto presso la Camera di commercio di Rieti e promosso da Regione Lazio, Polo Formativo Energia Ambiente ed Enea con il patrocinio e l’organizzazione di Federlazio Rieti e la partecipazione di Camera di Commercio, Comuni di Rieti, Cittaducale, Leonessa, Associazione lavoro e sicurezza sociale Don Milani, Fidaf, Palmer, Università di Cassino, Syn Tech, Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Rieti ed Ordine degli Ingegneri della provincia di Rieti.
Ad intervenire, moderati da Giorgio Di Antonio del Polo E&A Regione Lazio e dal direttore della Federlazio di Rieti Antonio Zanetti, il prefetto di Rieti, Chiara Marolla, il presidente della Federlazio di Rieti, Riccardo Bianchi, l’assessore del Comune di Rieti con delega all’Energia, Vincenzo Giuli, il sindaco di Cittaducale, Roberto Ermini, il presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini, il presidente del Polo energia e ambiente Claudio Bosi, Andrea Forni di Ucstudi-Enea (“L’energia ed il patto dei sindaci”), il sindaco di Leonessa Paolo Trancassini (“Esempio di integrazione energia territorio”), Flavio Andreoli della Epico Biomasse (“Il mercato libero dell’energia e le aziende”), Nicola Colonna di Fidaf (“Il sistema agricolo e l’energia”), il presidente del Consorzio industriale reatino Andrea Ferroni (“L’Asi nel nuovo paradigma energetico”).
Il presidente di Federlazio Rieti, Riccardo Bianchi ha ricordato che l’energia è uno dei fattori produttivi principali per le aziende e riuscire ad ottenere vantaggi economici relativamente alle condizioni energetiche significa mettere chi fa impresa nel nostro territorio nelle condizioni di poter competere. Bianchi ha anche sottolineato la necessità di un superamento dei regolamenti comunali che definiscono le condizioni per gli insediamenti di produzione energetica a vantaggio di una più utile pianificazione a livello regionale che permetta di ragionare davvero di un nuovo modello di sviluppo.
Il presidente della Camera di Commercio, Vincenzo Regnini, ha citato Jeremy Rifkin e la sua teoria sulla “terza rivoluzione industriale” auspicando una sempre maggiore diffusione delle energie rinnovabili, una sempre più spinta multifunzionalità imprenditoriale che rafforzi il binomio agricoltura-energia, oltre all’impiego di un “internet” delle energie e di edifici generatori, ossia un regime energetico più distribuito e collaborativo al contrario dell’attuale centralizzato e gerarchico.
Giuli ha auspicato la nascita anche nel nostro territorio di un modello diffuso ad alta intensità di lavoro ma anche la definizione di 4-5 linee di sviluppo attorno a cui concentrare le risorse dell’accordo di programma, evitando la parcellizzazione degli interventi, mentre Ermini ha auspicato un coordinamento tra enti per definire regole condivise sul tema dello sviluppo energetico, sempre avendo come obiettivo la necessità di coniugare ambiente e sviluppo.
I due casi studio sono stati rappresentati dall’impianto a biogas di Terzone San Pietro alimentato dal letame degli allevamenti locali oltre che da una parte minore di sansa e pollina, illustrato dal sindaco di Leonessa Paolo Trancassini (“con questo impianto di un megawatt abbiamo risolto anche il problema dei forti odori relativi al letame di circa 3mila capi di bestiame, ed ora utilizzeremo il vapore acqueo che fuoriesce dall’impianto per riscaldare una piscina”), e dall’impianto a biomasse alimentato da cippato di legno della Epico, illustrato dall’imprenditore Flavio Andreoli, che ha auspicato la creazione di un indotto locale affinché il cippato venga reperito sul territorio provinciale.
Infine il presidente del Consorzio industriale della provincia di Rieti, Andrea Ferroni, che ha auspicato che dalle parole si passi ai fatti, dando spazio a competenze e conoscenze ormai diffuse tra gli imprenditori locali, affinché si possa investire sul territorio. Per fare questo, ha ribadito, è necessario poter disporre al più presto di un piano energetico regionale.