Partendo da questa domanda, l’associazione Rietidecide ha fatto dei calcoli che evidenziano come la pressione tributaria negli ultimi anni abbia raggiunto livelli troppo elevati.
Parallelamente, come se non bastasse, da una recente indagine dell’osservatorio di Findomestic Banca è emerso che Rieti ha il reddito pro capite più basso del Lazio, pari a 13731 euro (-0,5% rispetto all’anno precedente). Prendendo come esempio una famiglia di 4 persone con un reddito annuo familiare di 25mila euro, proprietaria di un’abitazione civile di circa 90 mq, Rietidecide ha scoperto che si pagherà, in media, quanto segue:
• Addizionale Irpef 0,8 x 1000 240,00 euro
• Tassa Rifiuti (Tari) 410,00 euro
• Tariffa acqua e depurazione 325,00 euro
• Tasi (ex Imu) 315,00 euro
Per un totale di ben 1290 euro. Nel caso poi di seconda casa o proprietà di area fabbricabile, si dovranno aggiungere altri 1000 euro, per un totale complessivo che si aggira sui 2290 euro.
Si ricorda che l’aliquota fissa Tasi è del 2,5 per mille alla quale va aggiunta una quota ulteriore applicata dai Comuni fino ad un massimo dello 0,8 per mille. Essendo Rieti in pre-dissesto è stato ovviamente deciso di applicare per intero l’aumento; ciò significa che la Tasi per i reatini sarà del 3,3 per mille.
La fotografia scattata da Rietidecide deve necessariamente far riflettere sulla situazione insostenibile della pressione fiscale, soprattutto in relazione all’esplosione delle nuove povertà nel nostro territorio.
E’ auspicabile che il Comune di Rieti, in sostituzione delle vecchie detrazioni relative all’IMU, possa inserire, nel relativo regolamento, nuove agevolazioni a favore di categorie maggiormente in difficoltà e con meno servizi a disposizione.
Solo per fare un esempio concreto, si potrebbe immaginare una riduzione della TASI per quei cittadini che usufruiscono di minori servizi, come ad esempio i residente delle zone periferiche del capoluogo. Si ricorda, inoltre, che la Tassa sui Servizi indivisibili (pulizia, mantenimento strade illuminazione, etc) deve essere pagata, nella misura del 10% della stessa, anche da eventuali altri occupanti, non solo dal proprietario.
“L’imminente discussione del bilancio di previsione 2014 può essere l’occasione migliore per affrontare questo tipo di problematiche nell’ambito di un ragionamento complessivo sulla spesa corrente e con particolare riguardo alla spesa per il sociale che incide per oltre 13 milioni di euro – spiega il presidente dell’associazione Rietidecide, Ivano Paggi – Il Comune eroga cospicue risorse economiche alle famiglie bisognose ma deve necessariamente mettere in atto e promuovere tutte le verifiche possibili, rendendole periodiche ed imparziali, per accertare la veridicità reddituale di quanto dichiarato dai richiedenti.
In tale contesto, figurano voci di spesa oramai consolidate che andrebbero continuamente monitorate e verificate come il contributo canoni, i contributi alla persona e i buoni alimentari. Si tratta di somme che incidono pesantemente sul bilancio ma la cui erogazione non può e non deve essere soggetta ad errori che potrebbero danneggiare chi realmente ha diritto a tali sussidi.
Per far fronte alla grave crisi occupazione, si potrebbe inoltre mettere in campo un’idea che tenda ad incentivare imprenditori locali che si impegnino ad assumere disoccupati bisognosi. Indubbiamente individuare chi dovrà poi beneficiare del sostegno dell’Ente sarà uno dei compiti più onerosi e delicati. Ma è anche questo tipo di scelte che fa la differenza tra un semplice amministratore ed un buon amministratore”.