Indagine Federlazio: le imprese reatine resistono alla crisi economica. 250 le imprese campione

Si è tenuta ieri 8 luglio 2024 la presentazione dell’Indagine Congiunturale dell’Economia della provincia di Rieti alla presenza del presidente Alberto Cavallari e del direttore Mauro Giovannelli. La Federlazio, che da alcuni decenni analizza e rileva in maniera costante le capacità e le necessità delle aziende nell’affrontare le sfide e ottenere risultati di crescita, ha effettuato tra febbraio e aprile di quest’anno, la sua consueta indagine periodica presso le PMI del Lazio.

Tale lavoro, sostenuto dal contributo della Camera di Commercio di Roma, è stato realizzato, in particolare, per verificare se e in quale misura si stia consolidando una stagione di rilancio e rinnovamento del sistema imprenditoriale del nostro territorio e per individuare i bisogni e le necessità delle PMI nel loro percorso di sviluppo. L’indagine è stata condotta mediante questionario on-line rivolto a un campione di 250 imprese. Il report si riferisce agli andamenti dell’intero arco dell’anno 2023 e alle previsioni riguardanti il 2024.

I dati della indagine hanno confermato che lo sforzo profuso dalle imprese sul terreno della digitalizzazione e sostenibilità, ha consentito loro anche nel 2023 di mantenere la propria posizione competitiva sui mercati in cui operano. La fase in cui ci troviamo è caratterizzata da un lato da una notevole capacità di resistenza che consente di mantenere molte imprese in condizioni di stabilità e, dall’altro, dalla presenza di fattori di rischio che tendono ad acuirsi e che fanno insorgere timori e sentimenti di cautela e di preoccupazione rispetto a quanto si potrà realizzare nel prossimo futuro.

Più in particolare i timori si concentrano soprattutto sull’andamento del mercato privato interno e internazionale, mentre è diffusa una certa fiducia riguardo alle commesse pubbliche e alle ricadute derivanti dai numerosi progetti attivati e da attivare (PNRR e  Giubileo 2025). In questo scenario, risulta più che mai fondamentale che l’intero insieme degli stakeholder istituzionali sappia mettere in campo un’azione efficace e coordinata per raggiungere i risultati e gli obiettivi previsti dal PNRR e che si portino a termine nei tempi e nei modi programmati gli investimenti.

Va qui ribadito e sottolineato che il coraggio, l’impegno e la volontà, evidenziata dalle risposte degli imprenditori che non intendono arretrare nei propri programmi di investimento e innovazione, costituiscono uno dei più importanti patrimoni dell’intero sistema sociale ed economico del nostro territorio che va sostenuto e adeguatamente accompagnato.

In tale contesto, consideriamo una grande opportunità l’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione siglato già lo scorso novembre tra il Governo italiano e la Regione Lazio che potrà consentire di mettere in campo nel prossimo triennio oltre 1,2 miliardi di investimenti negli ambiti dei trasporti e infrastrutture, dell’ambiente e risorse naturali, della competitività delle imprese, della cultura, della riqualificazione urbana e della transizione energetica.

Il quadro economico provinciale

Il saldo delle imprese, dato dalla differenza tra imprese cessate e nuove attività presenta un saldo positivo facendo registrare un +0,35%. 

Le esportazioni salgono, nonostante le criticità connesse agli eventi bellici, con un + 4,6%, discostandosi positivamente dal dato regionale.

Sul fronte occupazione  si confermano le traiettorie di miglioramento che si stanno consolidando ormai da tre anni; in forte ripresa i tassi di occupazione con + 3,600 occupati, in termini percentuali pari ad  + 6,4%, con contratti a tempo indeterminato e determinato.

Al quadro corrisponde un calo delle ore della cassa integrazione guadagni, con un saldo negativo  426 mila ore (-46%), registrando un ritorno ai livelli anteriori al biennio 2020-2021.

L’INDAGINE FEDERLAZIO

Le imprese che hanno registrato un incremento del fatturato sono il 38,9%, il 16,7% quelle che hanno dichiarato una riduzione, mentre il 44,4% lo ha mantenuto stabile.

Nella valutazione di questi dati che confermano un andamento in equilibrio, si deve constatare un arretramento rispetto a quanto si era realizzato nel 2022: in particolare, infatti, si segnala che le imprese che avevano fatto registrare una crescita erano state il 48,4%, con un calo, quindi, di 10 punti percentuali. Le aziende che, invece, dichiarano un fatturato stabile sono aumentate di 5,3 punti e quelle che accusano un calo si riducono di 3,5 punti.

Nel 2023 l’occupazione nelle PMI in provincia di Rieti ha proseguito il suo cammino positivo e la percentuale di quelle che hanno visto incrementare il proprio numero di addetti è passata dal 28,2% al 36,8%.

In merito agli aspetti riguardanti il lavoro si confermano le crescenti preoccupazioni relative alle difficoltà diffuse nelreperimento di manodopera, registrate dal 32% degli imprenditori intervistati, (nel 2022 la percentuale era stata del 35%) e che riguardano le figure professionali specializzate, ma anche gli operai generici.

I fattori critici

Le maggiori preoccupazioni riguardano innanzitutto l’incremento dei prezzi di materie prime e semilavorati che è stato indicato dal 41% delle aziende, seguite da quelle relative alla riduzione dei consumi (12%) che, di fatto, costituisce la maggiore causa di arretramento delle attività sui mercati interni.
Non sono poi da trascurare le difficoltà sul fronte del credito, sia sugli andamenti dei tassi di inflazione, che, ancora alla fine del 2023, risultavano in crescita. Le imprese scontano anche un ritardo nell’ottenimento delle anticipazioni relative a finanziamenti conseguenti all’ammissione a bandi, circostanza questa che provoca un rallentamento negli investimenti.

Gli investimenti

Nel 2023, il 45% delle imprese ha realizzato investimenti, mentre nel 2022 erano state il 58,20%. Gli interventi più diffusi sono stati nella formazione e l’aggiornamento del personale, in crescita rispetto al 31,4% del 2022, seguiti da quelli per la digitalizzazione dei processi produttivi  e per lo sviluppo delle attività di marketing e commerciali. Si conferma quindi un’onda lunga di sviluppo degli investimenti delle PMI che, anche nel 2023, si sono impegnate in maniera diffusa nella formazione del personale e rinnovamento in chiave digitale.

Le prospettive

Le previsioni relative al 2024 sono nel complesso orientate alla cautela. Sono, infatti, quasi la maggioranza (52,6%) le aziende che prevedono una stabilità dei ricavi rispetto ai livelli dello scorso anno; Il 26,4% del campione ha espresso aspettative di incremento del fatturato, mentre il 21% si attende un arretramento.

Sul fronte delle prospettive occupazionali, le imprese continuano a esprimere aspettative prevalentemente positive. Il 26,4% ritiene che si possa realizzare un aumento del numero degli addetti e il 57,9% una stabilità dei livelli occupazionali; per il 15,7% si assiste ad uscite compensate da nuovi ingressi.

Rimane elevata e in crescita la propensione agli investimenti.
Il 31,6% delle aziende ha già programmato investimenti per il 2024 e il 26,3% esprime l’intenzione di farne, ma a condizione di un andamento stabile o positivo delle attività dell’impresa. Vi è poi un altro 5,3% che, pur non avendo ancora progetti in corso, potrebbe valutare la possibilità di realizzare investimenti qualora si presentassero opportunità ritenute interessanti. Il restante 36.8 % non ha programmato e non ritiene possibile fare investimenti nel 2024.

Le priorità d’intervento

Infine, sono stati rilevati i giudizi relativi agli ambiti prioritari di intervento e le specifiche misure che le aziende auspicano per sostenere i processi di crescita e sviluppo del tessuto economico produttivo. Fra le azioni concrete auspicate degli imprenditori, al primo posto si colloca una richiesta generalizzata di misure di sostegno al credito e alla liquidità, che raccoglie l’indicazione da parte di un notevole 63,20%. Al secondo posto, a grande distanza, ma comunque piuttosto diffusa, la richiesta di incentivi per accompagnare i processi di digitalizzazione che raccoglie il 41% di indicazioni. Seguono poi le segnalazioni relative alla necessità di un rafforzamento degli strumenti per il matching tra domanda e offerta di lavoro per contribuire a limitare le difficoltà emergenti di reperimento di manodopera (39,5%).

Dichiarazione del Presidente di Federlazio Rieti, Alberto Cavallari:
Il cammino intrapreso dagli imprenditori sui temi della digitalizzazione e sostenibilità   trova conferma nei dati illustrati e ciò nonostante le incertezze legate alle tensioni geopolitiche internazionali ed al costo del denaro. Notoriamente le imprese viaggiano ad una velocità superiore a quella della pubblica amministrazione, per cui auspico che la politica passi a predisporre programmi di sviluppo e piani di azione a livello locale in grado di accelerare il processo di re-industrializzazione del territorio. Saluto positivamente l’approccio proattivo del Commissario Straordinario del Consorzio Industriale del Lazio, Prof. Raffaele Trequattrini, con il quale siamo pronti a collaborare per il  consolidamento dell’economia della nostra provincia”.

Dichiarazione del Direttore di Federlazio Rieti, Mauro Giovannelli:
“Il quadro che emerge dall’analisi congiunturale, seppur incoraggiante non deve indurci ad abbassare la guardia;  le incertezze a livello internazionale ed il persistente elevato costo del denaro rischiano di penalizzare le imprese del nostro territorio. Gli investimenti nella digitalizzazione e quelli nella sostenibilità  necessitano di essere affiancati da politiche volte al rafforzamento dei percorsi di aggiornamento delle competenze professionali, così da ridurre le difficoltà nel reperimento della manodopera.

Non possiamo poi tralasciare la necessità di snellire le procedure relative alla erogazione dei finanziamenti per le imprese ammesse a bando; troppo spesso gli imprenditori vedono l’ingiustificato dilatarsi dei tempi connessi all’erogazione delle anticipazioni previste dai bandi, non ultimo il Fondo di Contrasto alla Deindustrializzazione; auspichiamo, pur avendolo già manifestato nelle competenti sedi, un intervento della politica finalizzato a per sbloccare i pagamenti.”