Dopo lo sgombero di alcune Sae i cui abitanti non possedevano più i requisiti per restarvi e in vista dei prossimi provvedimenti in tal senso, l’Amministrazione ha deciso di affrontare una volta per tutte la questione delle Soluzioni Abitative d’Emergenza per uscire da una situazione di eterno stallo che impedisce una strategia di uso intelligente delle stesse e che in prospettiva potrebbe condannare Amatrice e le sue Frazioni a trasformarsi in una baraccopoli, rallentando la ricostruzione delle case e delle infrastrutture che rappresenta l’unica azione concreta che va fatta per restituire il vero futuro a un territorio che merita di tornare alla normalità.
Con una missiva ufficiale indirizzata Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della Protezione Civile, al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, all’assessore alla Ricostruzione Manuela Rinaldi, al Commissario straordinario-sisma 2016 Guido Castelli e al direttore Usr-Rieti Stefano Fermante, il sindaco Giorgio Cortellesi ha chiesto “un immediato incontro per approfondire e definire i ruoli e le competenze riguardanti le Sae, compresi i regolamenti per le assegnazioni”.
“Una riunione – si dice esplicitamente nel testo – che dovrà trattare argomenti irrimandabili: da un attento esame delle condizioni attuali e dei costi di manutenzione delle Sae, che attualmente si aggirano intorno ai 3.000/4.000 € annui a fronte di un affitto calmierato imposto dalla Protezione Civile, che va dagli 80 ai 120 € mensili; al ristoro delle proprietà dei terreni che le hanno ospitate, col conseguente ripristino dello stato quo ante dei luoghi; a idee specifiche per la loro gestione presente e futura, considerando che al momento non esiste nessuno stanziamento per la loro eventuale rimozione né per il ripristino dello stato quo ante”.
Il Comune, si ricorda, “sta effettuando una ricognizione puntuale di tutte le aree, vincolistica etc, in modo da verificare quali possono essere riconvertite e quali andranno smantellate”. Ma soprattutto, si “dovranno chiarire i poteri e le responsabilità di ciascun Ente coinvolto”, visto che la proprietà della Sae è della Protezione Civile, non del Comune, e che le linee guida circa i regolamenti spettano alla Regione.
Dall’incontro dovranno emergere inoltre, “proposte concrete per i criteri base atti a redigere i regolamenti per garantire trasparenza ed equità nelle assegnazioni”.