Giovedi 29 maggio si è svolta a Palazzo Sanizi l’Assemblea provinciale della Federlazio di Rieti durante la quale si è proceduto al rinnovo delle cariche dell’Associazione. Presidente è stato nominato Riccardo Bianchi della Società A & A Srl, Vice Presidenti Emanuela Biscetti della società Ideosette, Marco Bartolomei della Mabi Group e Pasquale Del Re di Sviluppo Impresa.
Il presidente uscente Antonio D’Onofrio, partendo da un’analisi dell’economia reatina e regionale, ha delineato le direttrici lungo le quali puntare per potenziare le opportunità delle Pmi territoriali, che rappresentano quasi il 99% del tessuto imprenditoriale locale. “Per quanto strategiche per la nostra economia – ha detto – le Pmi vengono definite protagoniste spesso solo a parole per il legislatore e per le diverse classi politiche che si alternano al governo del nostro Paese, i quali sembrano non avere compreso che è proprio da queste Pmi, spesso piccole o addirittura micro imprese, che si può immaginare una ripresa della nostra economia”.
Una ripresa difficile, necessaria per invertire la rotta e riprendere immediatamente la strada dello sviluppo legata a doppio filo ad un cambio totale di marcia della pubblica amministrazione che D’Onofrio auspica possa diventare da subito più efficiente, più etica, più incline ad azzerare gli sprechi ed abbassare la fiscalità generale per le imprese ed i cittadini.
La “ricetta” che il nuovo presidente della Federlazio di Rieti, Riccardo Bianchi, propone – confermando il percorso intrapreso da anni dall’associazione – ruota attorno al termine “territorio”. “Un territorio da valorizzare in termini di competitività, – ha detto – agendo in considerazione del fatto che tale territorio è inserito in un contesto più ampio, non solo regionale e nazionale ma anche internazionale. Il vero obiettivo delle politiche economiche, industriali e del legislatore deve essere quindi quello di consolidare e sviluppare le economie territoriali, in particolare quelle delle cosiddette “aree interne” come il Reatino, evitando invece di concentrarsi sulla cancellazione dei presidi istituzionali territoriali che rappresentano importanti punti di riferimento per cittadini ed imprese”.
Quella delle aree interne rappresenta una questione importante anche guardando al futuro delle nuove generazioni che devono poter intraprendere sul territorio evitando ‘fughe’ in altre regioni o Paesi, “colmando il gap che esse vivono in termini di dotazioni infrastrutturali, sia materiali che immateriali, affinché in tali aree possano essere presenti i fattori base per poter avviare una intrapresa puntando sulle ricchezze del territorio, che per quanto riguarda la nostra provincia sono rappresentate principalmente da fattori naturali ancora intatti e disponibili in quantità e qualità superiori a buona parte del resto della penisola”. In presenza di tale “dotazione” non si può secondo noi non immaginare una riprogrammazione della crescita economica che passi per l’attivazione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile che riconosca i suoi punti di forza nella Green Economy e nella cura del territorio, unite all’innovazione tecnologica ed alla conoscenza intesa nel più ampio senso del termine, partendo dalla ricerca e sviluppo”.
“Valorizzare e investire sulla Green Economy – ha illustrato – significa quindi per un contesto Reatino che vuole giocare un ruolo da protagonista nelle ripresa economica ad esempio agire sulla prevenzione del “dissesto idrogeologico” oltre che sulla sua gestione, su una razionalizzazione del consumo del territorio che porti ad un’armonia duratura tra uomo e risorse disponibili, su una riprogrammazione dell’uso delle nostre ricchezze naturali, sullo sviluppo di nuove professioni in linea con quanto sta avvenendo nel contesto europeo, sull’utilizzo della risorsa acqua a fini energetici e turistici attraverso una sana imprenditoria locale che ne sappia mantenere le caratteristiche intatte per i decenni a venire, in modo quindi che tale risorsa possa dare i suoi frutti in maniera continuativa. Sfruttare un territorio con un’ottica di breve periodo non puo’ infatti che danneggiare oltre che le popolazioni anche gli imprenditori che vi investono”.
Per questo serve un’imprenditoria competente ed illuminata, in grado di portare nel Reatino quella Green Economy sostenibile di lungo periodo. “Si pensi alle professioni e alle intraprese legate alla gestione del ciclo delle acque, -ha spiegato Bianchi – dalla depurazione all’ottenimento di energia idroelettrica, passando per il settore agroalimentare ed il turismo connesso alla navigabilità dei nostri fiumi cristallini, come il Velino che attraversa la città di Rieti, e dei nostri laghi meravigliosi. Si pensi alla promozione di una varietà incredibile di attività sportive oltre che collegate all’allevamento di diverse specie ittiche, che potrebbero rappresentare spunti per altrettante start up. Si pensi ancora alla potenzialità di sviluppo del termalismo attraverso la promozione dei siti esistenti, come Cottorella e Cotilia, oltre che a quelli in fase di rilancio come Antrodoco. Si pensi ancora una volta all’annosa questione della gestione delle sorgenti Peschiera-Le Capore, come a quella dei nostri laghi artificiali, tutto reddito che attualmente non passa per le Pmi del territorio ma direttamente nelle casse di grandi multinazionali.”
Concetti che il nuovo presidente della Federlazio di Rieti ha concentrato in un obiettivo principale, il “Cammino delle acque”. “Roma, il Lazio, Rieti, possono diventare protagoniste con “Il Cammino delle acque”, – ha detto Bianchi – da valorizzare anche in occasione dell’Expo 2015, durante la quale abbiamo l’opportunità di dare enorme visibilità e creare fondamentali contatti alle nostre aziende di eccellenza in questo campo, come quelle del distretto delle pompe dosatrici, già competitive al di fuori dei confini nazionali per il loro livello di innovatività e di competenza dei propri addetti. All’Expo sono infatti attesi istituzioni nazionali ed internazionali, rappresentanti commerciali di aziende di tutto il mondo, ambasciatori e tra questi soggetti spiccheranno quelli provenienti dai Paesi africani che rappresentano un’area target per le nostre imprese che si occupano di acqua in grado di offrire non solo conoscenze ma anche soluzioni a Stati per i quali le risorse idriche rappresentano già un elemento di valore paragonabile a quello del petrolio”.
Ed ancora: “Si pensi alle professioni e alle attività di impresa legate alle altre opportunità di ottenimento di energia ‘verde’ sul nostro territorio, visto che l’energia rappresenta l’altro grande costo il cui aumento negli anni sta mettendo in ginocchio molte delle nostre Pmi. Si pensi, guardando al nostro territorio ancora incontaminato e alle tradizioni delle nostre popolazioni, alle grandi opportunità rappresentate dal settore agroalimentare, che ha chance di sviluppo anche in un contesto internazionale sempre più attento al gusto, alla sicurezza alimentare, al legame tra prodotto, produttore e territorio”. Da qui la necessità di puntare su strumenti in grado di aiutare a passare dal dire al fare, come gli acceleratori di impresa, che vengono richiamati all’interno dell’Accordo di programma, il cui bando per esprimere una manifestazione di interesse scade nelle prossime ore, ma anche di intensificare l’azione di interlocuzione nei confronti della politica, del sindacato e del mondo bancario per ridurre la pressione fiscale, il peso della burocrazia, e migliorare l’accesso al credito. “Una Federlazio quindi – ha concluso il Presidente Bianchi – che punta a far sentire con forza anche sui tavoli istituzionali e nei confronti della politica tutta la voce di quella imprenditoria sana che deve poter operare con decisione per conquistare nuove opportunità anche sui mercati internazionali e che non intende più abbassare la testa”.