Inno al Gran Sasso d’Italia

Il Comitato Cittadino “Nazareno Strampelli”, nato nel 2015, per far emergere, dal generale ingiustificato oblio, la figura del grande agronomo Nazareno Strampelli, che tanta parte ha avuto nella lotta contro la fame nel mondo, in occasione delle prossime manifestazioni per celebrare “L’Aquila Capitale Italiana della Cultura 2026” che, insieme a Rieti, con il progetto “La città multiverso, una grande avventura per Rieti”, propone il riscatto delle aree interne dell’Appennino Centrale, presenta, ai responsabili degli enti in indirizzo, un progetto che intende porre in evidenza i legami storici e culturali che, da tempo, esistono tra gli abitanti dei due territori montani.

Sollecitato da questo Comitato, il noto organista internazionale, maestro Arturo Sacchetti, ha predisposto un programma mettendo in evidenza, nel campo della musica, i comuni valori culturali, basandosi in particolar modo sui brani musicali redatti dai musicisti Lorenzo Perosi e Giuseppe Ottavio Pitoni.

Il primo per aver messo in musica l’Inno “Il Gran Sasso d’Italia” scritto dallo Arcivescovo dell’Arcidiocesi dell’Aquila, S.E. Augusto Antonino Vincentini che nel 1875, insieme ad un gruppo di studiosi del suo seminario, si era recato sulla montagna ed era rimasto affascinato dal meraviglioso spettacolo offerto dal Gran Sasso d’Italia. Tale brano fu poi musicato, dal musicista, monsignor Lorenzo Perosi, il giorno 20 settembre 1936, in occasione della benedizione della Madonnina della neve di Campo Imperatore nella Chiesetta appena inaugurata.

A benedire la statuetta della Madonnina della neve fu il cardinale Federico Tedeschini, incaricato dall’allora Segretario di Stato della Città del Vaticano, cardinale Eugenio Pacelli, il futuro Papa Pio XII, con la seguente nota: “Santo Padre vivamente compiacendosi che su vetta Gran Sasso sia sorta artistica chiesina sacra alla Madonna che della neve ha nome e che la neve vince per immacolato splendore incarica Eminenza Vostra portare effusiva sua benedizione a quanti hanno cooperato religiosa iniziativa e interverranno rito benedizione augurando accrescimento ardore nobili ascensioni pure vette spirituali.”

Nel pomeriggio dello stesso giorno, l’Inno al Gran Sasso d’Italia venne eseguito dai 60 cantori del Coro della Cappella Sistina nella Basilica di San Bernardino a L’Aquila, dallo stesso compositore Lorenzo Perosi.-Dopo l’esecuzione a L’Aquila, eseguita nella forma polifonica, (dedicata a Sua Santità Pio XI), Lorenzo Perosi strumentò ed eseguì la versione per soli, coro ed orchestra, sotto la sua direzione, al teatro Comunale di Sanremo, in data 1 aprile 1937. Il Maestro Arturo Sacchetti ha inciso, sempre per Il Gran Sasso d’Italia, prosa-cantata per l’etichetta Bongiovanni di Bologna, un CD registrato il 27 settembre 2002 presso la cattedrale di Tortona nell’ambito di “Perosiana 2002”.

Tornando ai legami esistenti tra L’Aquila e Rieti, si evidenzia che il cardinale Federico Tedeschini era nato ad Antrodoco, allora provincia de “L’Aquila”, Comune, passato poi a Rieti con la costituzione della stessa in provincia. Per quanto riguarda il musicista reatino Giuseppe Ottavio Pitoni possiamo far riferimento a numerose sue composizioni, come “Pecore a montagna” e “Pecore a maremma”, legate spiritualmente, all’attività pastorale dei territori montani dell’Abruzzo e della Provincia di Rieti, massicci dell’appennino centrale, oggi riuniti nel “Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga”. E’ poi da sottolineare che i due musicisti sono stati per decenni maestri delle istituzioni musicali del Vaticano: Giuseppe Ottavio Pitoni, maestro della Cappella Giulia dal 1719 al 1743; Lorenzo Perosi, maestro della Cappella Sistina dal 1902 al 1952.

Nella certezza che la presente nota venga presa nella giusta considerazione, questo Comitato ringrazia e saluta distintamente.

Rieti, 31 maggio 2024
Il Presidente del Comitato Cittadino, Tito Alessio Romano Cheli

L’arte musicale del Giubileo 2025 all’Aquila ed a Rieti in occasione del conferimento delle Capitali della cultura della Repubblica Italiana
(Approfondimenti musicologici e offerte musicali)

Premessa

I giacimenti artistici, poetico-musicali in questo frangente, albergano nei siti più inimmaginabili, e, incredibilmente, spesso sono i piccoli borghi, anzicchè le grandi città, a divenire i siti della scoperta e dell’evoluzione. In questa realtà si innesta l’aspetto della ‘bottega d’arte’, che trovava, nella minuscola dimensione dell’area le condizioni favorevoli per alimentare intuizioni, evoluzioni e perfezionamenti. E’ questa la meravigliosa storia delle botteghe organarie, dei collegi e degli orfanotrofi e delle botteghe d’arte ove la necessità del sopravvivere attraverso l’acquisizione di un ‘mestiere’ si coniugava felicemente con lo studio dell’arte in senso lato.

Anche nei territori aquilani e reatini il fenomeno nacque, si espanse e crebbe rigogliosamente nei secoli, vitalizzato e vivacizzato da coloro che una ingiusta e distratta critica considerò artisti minori, emarginati soltanto perché colpevoli di aver avuto radici nei borghi; molti, resisi consapevoli del loro valore, emigrarono verso le capitali della cultura per crescere vieppiù, ma le loro radici, impregnate sin dall’adolescenza di quelle componenti spirituali, sensibili e profonde, produssero frutti copiosi ed il loro portato costituì il lievito dei grandi eventi creativi.

Questo progetto tende, ambiziosamente e costruttivamente, a far giustizia attraverso lo scavo e l’indagine musicologica, che ha nei convegni di studi il centro apicale della ricerca, e nelle proposte di ascolto il contatto autentico con ‘l’arte dei suoni’, connotato dai primati delle ‘Prime esecuzioni assolute’.

Le peculiarità del percorso musicologico e musicale non devono essere intese quali ambizioso sfoggio erudito e culturale, bensì umile contributo alla conoscenza e doveroso ringraziamento all’operato di tutti coloro che, fedeli ad una sacra vocazione, hanno offerto le loro energie migliori per l’elevazione artistica dell’uomo e della società.

I testimoni
Giuseppe Ottavio PITONI, l’araba fenice!

“Ei fu siccome immobile”, così si potrebbe citare l’epopea storica del “Maestro dei maestri”, “Massima espressione del barocco polifonico romano”, venuto alla luce in quel di Rieti (18 marzo 1657), e scomparso a Roma (1° febbraio 1743). E la sua fu ‘vera storia’, testimoniata da un portato creativo imponente, che godette l’ammirazione del mondo musicale dapprima testimoniato dai suoi allievi, Francesco Antonio Bonporti, Francesco Feo, Francesco Durante, Antonio Teixeira, e Girolamo Chiti.

I prodomi del nostro affondano le radici nell’ambiente romano ove, sin da bambino prati-cò la musica sacra, come puer cantor a San Giovanni dei Fiorentini ed ai SS. Apostoli, ‘preso per mano’ musicalmente dai maestri Pompeo Natali e Francesco Foggia.

Fu maestro di cappella in diverse chiese di Roma e dintorni: partendo da Monterotondo, ebbe via via incarichi sempre più importanti nella cattedrale di Assisi, di Rieti, a Roma organista a S. Girolamo della Carità ed a S. Giacomo ed Idelfonso della nazione spagnola, presso la romana chiesa collegiata di San Marco a Palazzo Venezia, a San Giovanni in Laterano, nella Cappella Giulia (la cappella privata del papa), a San Lorenzo in Damaso, dove dal 1696 al 1731 fu responsabile per le rappresentazioni promosse dal cardinale Pietro Ottoboni, grande estimatore dell’arte musicale. Risiedette per gran parte della vita presso il Collegio Germanico di cui diresse il repertorio musicale che veniva eseguito in Sant’Apollinare, e fu guardiano della Congregazione dei musici di Roma fondata da Giovanni Pierluigi da Palestrina. Ebbe anche altri offici: direttore musicale in S. Apollinare e nel Collegio Germanico, maestro di cappella in S. Maria della Pace, S. Stefano del Cacco, S. Maria in via lata, S. Maria in Campitelli, S. Carlo ai Catinari e nell’Arciconfraternita degli Angeli custodi.

Il pondo della sua creatività ha del sorprendente annoverando, 278 messe a più voci (4, 5, 8, 9, 12, 16) articolate in cori, 207 introiti, 255 inni, 231 graduali, 207 introiti, 24 responsori, 15 sequenze, 211 offertori, 16 comunioni, 637 antifone, 255 inni, 37 litanie, 24 lamenti, 789 salmi per quattro cori a 16 voci, 236 mottetti, mottetti per sei cori a 24 voci e per nove cori a 36 voci, oratori e cantate morali (San Rinieri, Il mondo riparato, concerto musicale a 5 voci, Hungaria in libertatem ab Austria vindicata, melodramma musicis concentibus decantatum, Hungariae triumphus in Quirinali musicis modis celebratus, De Vienna liberata ab immamissimo turcarum tyranno Ss. Mariae nominis praesidio). Iniziò anche una messa per dodici cori, ma l’età avanzata non gli permise di completarla.

La fama di Pitoni è legata non solo alle sue composizioni, ma anche alle sue opere storio-grafiche, Guida Armonica, e Notitia de’ contrappuntisti e compositori di musica, degli anni dell’era cristiana fino al 1700, Opera de’ monumenti (studi di contrappunto in 41 volumi), Notizie dei maestri di cappella sì di Roma che oltremontani, Regole di contrappunto, Aggiunta alle Regole di contrappunto di Giulio Belli.

Lorenzo PEROSI

Sono soltanto un povero prete di campagna’ (Lorenzo Perosi)

La storia si è accorta relativamente e con sufficienza di Lorenzo Perosi (Tortona, Alessandria 21-XII-1872 – Roma, 12-X-1956), di certo un personaggio unico e straordinario passato alla storia per la forte personalità, per l’altezza trascendentale della sua creatività e per un ‘vissuto’ che trascende il quotidiano per assurgere alle sfere dell’umano inteso nella più elevata accezione. Il tentare di individuare le ragioni di una distrazione, che non è soltanto evento italiano, bensì universale è problematica di non lieve pondo. Forse, in questa dimenticanza, ha influito il suo stato, a leggersi con difficoltà: sacerdote, musicista, compositore, docente, direttore d’orchestra, organista, pianista, violinista, scrittore, musicologo, teologo, linguista, imprenditore musicale, viaggiatore, saggista e letterato. Sicuramente un progetto cinematografico pone gli attori della realizzazione dinnanzi a problematiche estremamente complesse a gestirsi, ma, in sintesi, ‘il nostro’ merita attenzione e considerazione.

Vocazione religiosa tardiva, protetto nella fase iniziale della sua esperienza religiosa dal Patriarca di Venezia, mons. Giuseppe Sarto, eletto Pontefice (Pio X), accreditato a editorialmente Casa Ricordi, protetto e stimato da Giulio Ricordi, intimo amico di S. Luigi Orione, diplomato presso il Conservatorio di musica di Milano, perfezionamento in musica sacra presso la Kirchenmusikschule di Ratisbona (Germania), direttore della Cappella musicale Pontificia Sistina, creatore a Milano del Salone Perosi ideato per l’esecuzione dei suoi oratori, crisi della vocazione religiosa (frequenza delle chiese Valdese, Anglicana, Luterana, Protestante), interdetto su istanza della famiglia dal Tribunale di Roma poiché ‘incapace di intendere e di volere’, interdetto dalla Chiesa Cattolica Romana (privato della celebrazione della S. Messa), rallentamento della creatività musicale, interruzione della direzione della Cappella musicale Pontificia Sistina, riabilitazione della Chiesa Cattolica Romana (concessione della celebrazione della S. Messa al primo venerdì del mese), riforma della celebrazione della S. Messa, riforma della lingua italiana, adozione del regime di alimentazione vegetariana, stimato dal mondo religioso, politico, musicale, poetico, letterario, medico e scientifico (Pontefici Leone XIII, Pio X, Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Gemelli, Sturzo, Vittorio Emanuele III, Elena di Savoia, Mafalda di Savoia, Margherita di Savoia, Maria Josè di Savoia, Mussolini, Mocquereau, Pothier, Mitterer, Elgar, Guilmant, d’Indy, Deliliers, Giordano, Lualdi, Gui, Refice, Alfano, Verdi, Boito, Bazzini, Nowowiejski, Puccini, Mascagni, Grieg, Mahler, Toscanini, Gigli, Massenet, Persichetti, Sgambati, Respighi, Bossi, Molinari, Rheinberger, Hartmann, Tinel, D’Annunzio, De Amicis, Fogazzaro, Martucci, Carducci, Pascoli, Bellaigue, Rolland, Gevaert, Kneipp, Murri, Marconi), compositore eclettico sacro e profano (oratori, cantate, poemi sinfonico vocali, salmi davidici, brani sacri, pezzi per organo e pianoforte, musiche da came- ra e sinfoniche, liriche), nomina ad Accademico d’Italia.

Progetto per l’esaltazione delle Capitali della cultura 2025

Dinnanzi alle sillogi dei due geni della creatività musicale, così dissimili temporalmente per le atmosfere che alitavano in quei mondi dell’età classica e romantica, è opportuno evidenziare alcune opere che esaltano quelle intuizioni e quei gesti artistici meritevoli della loro attenzione. Si conside-ri che, pur nell’imbarazzo delle individuazioni, furono gli stessi parti creativi a esaltare i portati e le peculiarità storico-musicali.

Giuseppe Ottavio PITONI: la palma, nonché l’humus del comporre Ad majorem Dei gloriam è attribuibile alle seguenti composizioni:

Composizioni sacre

  • 40 Messe per 3 cori, a 12 voci
  • 20 Messe per 4 cori, a 16 voci
  • Salmi per 4 cori, a 16 voci
  • Mottetti per 6 cori, a 24 voci
  • Mottetti per 9 cori, a 36 voci

Oratori, cantate sacre e morali

  • San Rinieri. Oratorio a cinque voci (Firenze, Oratorio di S. Filippo Neri, 1693)
  • Il mondo riparato. Concerto musicale a cinque voci (Roma, Palazzo Apostolico, notte di Natale 1693, poesia di Leonardo Mariano Sorba)
  • Hungaria in libertatem ab Austria vindicata. Melodramma musicis concentibus decantandum (Roma, S. Ignazio, 1695)
  • Hungariae triumphus in Quirinali musicis modis celebratus (Roma, Collegio Romano, 1695)
  • De Vienna liberata ab immanissimo turcarum tyranno Ss. Mariae nominis praesidio (Roma, Oratorio del Ss. Crocifisso di S. Marcello, 1725, poesia Giovanni Francesco Rubini)

Lorenzo PEROSI: nella amplissima silloge delle composizioni, sacre e profane, alcune si caratterizzano per la loro originalità e per la particolarità vocale e strumentale:

Inno al Gran Sasso d’Italia, per voci e orchestra, 1886 (testo di Augusto Antonino Vicentini, primo Arcivescovo dell’Aquila)

Il Nazareno, sacra rappresentazione, Anno Santo 1950, per soli, coro ed orchestra
Messa per l’Anno giubilare, a doppio coro, 1933

Meditazione sopra le Sette Parole di Cristo sulla Croce, per soli, coro e orchestra da camera, 1913

Inno a Santa Caterina e San Francesco Suite per orchestra ‘Roma’