E’ stato un incontro di condivisione ed mozioni quello di ieri sera all’Auditorium Varrone tra Antonio Conte, allenatore della Juventus, e i tifosi reatini.
Già dalle ore 20:15 tantissime persone hanno iniziato a colorare di bianconero via Terenzio Varrone, alle 20:58 aperte le porte, in pochi minuti, l’Auditorium si è riempito in ogni angolo, tutti in attesa di Antonio Conte fresco vincitore del terzo scudetto bianconero consecutivo in Serie A .
Alle ore 21:15 sulle note del l’inno juventino intonato da tutti i tifosi, vistosamente emozionato, il tecnico bianconero ha esordito ringraziando tutti i presenti e l’organizzazione del premio Manlio Scopigno, assegnatogli per la seconda volta in carriera, la prima quando era alla guida del Siena in Serie B.
Scopigno, un allenatore che secondo molti ha delle affinità con l’allenatore salentino come ha voluto ribadire Italo Cucci in collegamento telefonico: “sono contento di accostare Conte a Scopigno, perché sono uomini che nel calcio hanno speso energie, intelligenza e umanità”.
Nel corso della premiazione c’è stato anche un momento dedicato alla terra salentina dalla quale arriva Conte, Eleonora de Santis si è esibita nella “Pizzica” che ha fatto molto piacere al tecnico juventino che pochi minuti dopo ha ribadito il suo grande attaccamento alla famiglia e a Lecce, città dove ancora vivono tutti i suoi parenti.
Parlando di Scopigno, personaggio fuori dalle righe secondo Antonio Conte, il tecnico bianconero ha prima raccontato un breve aneddoto sull’allenatore reatino per poi affermare tutta la sua voglia di godersi questo meritato premio.
“Sono qui per ricevere questo premio dopo tanti chilometri percorsi tra Napoli, Melfi e Rieti, godiamoci questo momento – ha commentato – e lasciamo stare l’attualità, voglio vivermi Rieti e questo premio. In Serie B me lo sono fatto portare, oggi che sono pluri-scudettato sono venuto a domicilio”.
Durante la cerimonia di premiazione Conte ha toccato vari argomenti, il più gettonato sicuramente quello sul futuro di due grandi campioni della Juventus, Vidal e Pogba. “Il calcio è sempre in evoluzione – ha commentato l’allenatore – dobbiamo sempre migliorarci in base ai calciatori e alle loro caratteristiche. L’allenatore deve essere bravo a sfruttare caratteristiche e talento degli uomini che ha a disposizione, esaltando i loro pregi e nascondendo i loro difetti. Quando ho visto Vidal non potevo rimanere fermo sul mio vecchio modulo, non potevo farlo stare in panchina, così ho optato per un 3-5-2 adatto ad un giocatore come lui”.
“Pogba in poco tempo ha fatto grandi progressi, – ha continuato – non è vero che gli allenatori non vogliono lanciare i giovani, se hanno potenzialità e sono utili vanno fatti giocare. Lui ha grandi potenzialità. Nessuno impone niente, il giocatore si impone da solo, nel rettangolo verde c’è molta meritocrazia, non esistono raccomandazioni, fai vedere quello che vali, se sei bravo giochi altrimenti no. Pogba è stato facilitato nel crescere anche grazie ai grandi giocatori e grandi campioni che sono in squadra e che ho la fortuna di allenare”.
Sui prossimi Mondiali di calcio in Brasile Conte si è dimostrato molto fiducioso sia per la rosa azzurra sia per la mentalità che abbiamo noi italiani in fatto di calcio. “La Nazionale italiana riesce ad arrivare alle competizioni con molta tattica e questa copre il gap che abbiamo con squadre come la Germania o l’Argentina. Sono fiducioso, – ha commentato Conte – l’Italia è preparata e faremo strada. Prandelli ha giocatori bravi e con la cultura del lavoro.”
Incalzato dalle domande sul suo futuro a Torino il tecnico juventino ha risposto con una battuta: “mi sembra di aver messo le basi per l’anno a venire”, riferendosi al comunicato di pochi giorni fa pubblicato dalla società bianconera che lo ha riconfermato alla guida della Juventus anche per la prossima stagione, per poi virare il discorso sul futuro tecnico della sua squadra. “Ero tacciato di essere un integralista del 4-2-4, arrivato alla Juve ho cambiato modulo arrivando ad un 3-5-2, che per me è un 3-3-4 molto offensivo come quello che spesso ha usato il Bayern Monaco. Anche in Europa può funzionare questo modulo. Il prossimo anno cercheremo di fare il nostro meglio. Sono voci di una Juve che cambierà.Saremo pronti mentalmente e fisicamente anche il prossimo anno”.
Poi l’elogio ai suoi calciatori: “ho avuto la fortuna e il piacere in questi anni di allenare grandi calciatori e grandi uomini che ci hanno permesso di raggiungere grandi obiettivi. Non mi risparmio mai, dò tutto ai miei calciatori e loro lo apprezzano, dò tutto me stesso per ricevere tutto da loro. Non mi sono mai posto la domanda di cosa pensano i calciatori di me, non me la faccio questa domanda perché altrimenti dimostrerei delle debolezze”.
Poi una battuta sui giornalisti che vogliono sostituirsi agli allenatori: “sono contento che ci siano persone che pensano al posto mio, come i giornalisti. Tutti vorrebbero essere al nostro posto quando si vince, quando si perde in pochi”. Sulla formazione ha poi aggiunto: “la formazione i miei giocatori la scoprono tramite Sky che riesce a darla la mattina stessa della partita, ancora non ho scoperto come faccia”.
Più volte interrotto dai cori dei tifosi bianconeri presenti all’Auditorium Varrone Conte ha poi proseguito parlando del piacere che prova quando ottiene le vittorie e di come stia male dopo una sconfitta: “la gioia che ti dà la vittoria non ha eguali, Sto bene quando vinco, la sconfitta la vivo male, come una morte apparente, sto in coma per due giorni, ma faccio stare in coma anche chi ho vicino, i miei calciatori questo lo sanno, ho calciatori intelligenti che vincono anche per non vivere questa morte apparente insieme a me”.
Alla domanda a chi avrebbe dato il premio Scopigno, Conte si è pronunciato su una vittoria divisa in due: “lo Scopigno lo avrei dato a Benitez e Garcia, a parimerito”.
Attimi di tensione tra l’organizzazione e i tifosi nei minuti finali della cerimonia, quando conclusa la premiazione tutti i supporter bianconeri si sono assiepati attorno a tecnico juventino per chiedere autografi e foto, dopo un pò di nervosismo e qualche lamentela per le spinte ricevute Antonio Conte è stato portato dietro le quinte, per poi risalire sul palco per i saluti finali che ha concluso con: “sempre forza Juve!”.
Presenti alla cerimonia anche il Sindaco Petrangeli e l’assessore allo sport Mezzetti i quali hanno entrambi affermato di come Rieti porti fortuna a Conte, ma anche a tutti gli allenatori che vincono il premio Scopigno come successo lo scorso anno ad Eusebio Di Francesco che in questo campionato ha ottenuto la salvezza in Serie A con il Sassuolo, dopo la promozione raggiunta la scorsa stagione.
Presente anche il giornalista Roberto Renga, che dopo aver raccontato un aneddoto su Scopigno ha voluto elogiare il gioco e lo spirito della Juventus di Antonio Conte.
Italo Cucci, presidente della giuria del Premio Scopigno, intervenuto telefonicamente: “un saluto a Rieti e ad Antonio Conte. Merito a Conte per questo premio, è stato protagonista di una stagione meravigliosa. Il premio Scopigno non crea pericoli, non si sfugge a questo premio come invece accade per tanti altri. Ringrazio Antonio Conte, e sono dispiaciuto per non essere lì con voi causa aereo non partito. Sono contento che Conte sia rimasto in Italia e spero faccia lo stesso il giovane Ciro Immobile. Conte merita questo premio, è il tecnico più giusto di tutti i tempi, spero che abbia tante altre soddisfazioni.”
Fabrizio Formichetti, organizzatore del torneo e del premio Scopigno, si è detto felice di aver portato Conte a Rieti, anche se tanti non ci credevano, ed ha commentato: “sono contento per Rieti e per i tifosi juventini”.