Venerdì 23 febbraio, alle ore 17, in Sala Conferenze della Biblioteca comunale “Peppino Impastato” si terrà l’incontro di presentazione del libro “Un mutamento reversibile. La crisi climatica attraverso le Conferenze delle Parti delle Nazioni Unite”, edito da Gangemi.
L’autore Roberto Venafro dialogherà con Antonella Pilozzi, Sociologa che collabora con l’Università La Sapienza, Corso di progettazione sociale per la sostenibilità, l’innovazione e l’inclusione di genere; Pierluigi Capone, Direttore Riserva Regionale Nazzano, Tevere – Farfa; Lucio De Filippis, Direttore Parco Naturale regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi; Francesco Petracchini, Direttore Istituto Inquinamento atmosferico CNR.Stimola il dibattito Giuseppe Rinaldi, consigliere Ancitel.
Il sistema climatico e la sua variabilità hanno catturato l’attenzione di molti scienziati fin dalla prima metà del XIX secolo. Le osservazioni effettuate sulle componenti chimico-fisiche del clima portarono alla conclusione che alcuni gas presenti in atmosfera avevano la capacità di intrappolare il calore radiante riflesso dalla Terra, dando luogo all’effetto serra. Un fenomeno, questo, positivo per la vita stessa dell’ecosistema terrestre, ma che è diventato un problema a causa del progressivo aumento della concentrazione di tali gas in atmosfera, a partire dalla prima rivoluzione industriale: aumento che ha provocato un riscaldamento anomalo del Pianeta, generando una crisi senza precedenti.
I cambiamenti climatici rappresentano la conseguenza più eclatante dell’incremento della temperatura della Terra. La dialettica sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra che, dal 1995 in poi, ha caratterizzato le Conferenze della Parti dell’UNFCCC (COP), molto spesso ha mostrato comportamenti frammentati che, frequentemente, hanno trovato composizione in compromessi raggiunti in extremis. La rappresentazione più palese che i vertici mondiali sul clima mettono in scena è la contrapposizione fra due mondi, fra il Nord e il Sud, fra l’Occidente e l’Oriente. Visioni discordanti e differenti responsabilità nell’intraprendere politiche di contrasto al riscaldamento globale, evidenziano le difficoltà di assumere iniziative univoche e condivise.
La lunga strada percorsa dalle diplomazie, in un quarto di secolo, è stata caratterizzata da due patti per il clima. Il primo prende forma a Kyoto nel 1997 e il secondo a Parigi nel 2015. Si può pensare l’intero tragitto come una successione di avvenimenti che vanno dall’intuizione alla strategia, passando per la consapevolezza e per la determinazione, fino ad arrivare al traguardo e, attraverso l’ambizione, a una possibile trasformazione. Trasformazione intesa come un nuovo rinascimento in cui le azioni del genere umano siano capaci di invertire la crisi climatica e rendere, così, i mutamenti reversibili.