I militari del Comando Provinciale di Rieti, nell’ambito dell’intensificazione del contrasto del fenomeno del lavoro sommerso, hanno portato alla luce un nuovo caso di lavoro nero.
In particolare i finanzieri della Brigata di Antrodoco durante un controllo eseguito nei confronti di una società cooperativa operante in Rieti, esercente l’attività di “call center outbound”, hanno riscontrato diverse irregolarità in ordine alla normativa a tutela del rapporto subordinato dei lavoratori constatando un totale di n. 38 posizioni irregolari:
– n.23 lavoratori risultati completamente “in nero”, non essendo stata effettuata alcuna comunicazione preventiva obbligatoria al Centro servizi per l’Impiego della Provincia di Rieti né assolti i previsti adempimenti di carattere contributivo;
– n.15 lavoratori per i quali le comunicazioni di assunzione alle competenti Autorità Ammnistrative sono avvenute solo dopo un “periodo di prova”, di circa 30 giorni lavorativi, non regolarizzato.
Nel corso delle attività ispettive, i militari hanno identificato e sentito in atti i lavoratori presenti al momento dell’accesso ed acquisito le buste paga, i contratti ed altra documentazione amministrativa, constatando che, dal mese di maggio del 2013, diverse decine di persone, con un’età compresa tra i 20 ed i 50 anni, hanno avuto un’esperienza lavorativa presso la società.
Dalla disamina di quanto acquisito è stato possibile accertare che la società ha stipulato, limitatamente ad alcuni lavoratori, contratti di “collaborazione a progetto” e solo comunque successivamente ad un periodo di prova “in nero” di trenta giorni, coperti, in taluni casi, da contratti di “collaborazione occasionale”.
I contratti così stipulati, peraltro, carenti dei requisiti essenziali che ne potessero attestare la validità (mancanza della sottoscrizione delle parti, assenza di data certa, generica descrizione della prestazione non chiaramente identificabile), hanno, di fatto, dissimulato un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato.
E’ stato, inoltre, accertato che soltanto pochi lavoratori risultano aver percepito le somme spettanti (circa 4.61 euro per ora di lavoro prestata più le eventuali provvigioni sui contratti conclusi positivamente con i clienti contattai telefonicamente), tant’è che il ricambio di personale avveniva ogni 2 o tre mesi.
Inoltre, nella maggior parte dei casi esaminati, è stata riscontrata l’omessa consegna al lavoratore della comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro o del contratto individuale.
Il responsabile del call center dovrà corrispondere:
la “maxi sanzione ordinaria”, da un minimo di 1.950,00 euro ad un massimo di 15.600,00 per ogni lavoratore impiegato in nero, ed euro 195,00 per ciascuna giornata di lavoro “nero”;
la “maxisanzione attenuata”, da un minimo di 1.300,00 euro ad un massimo di 10.400,00 per ogni lavoratore impiegato in nero, ed euro 39,00 per ciascuna giornata di lavoro “nero”, oltre alle sanzioni previste per le ulteriori violazioni amministrative accertate.