Marina Testa, studentessa dell’Istituto Magistrale di Rieti, si aggiudica il secondo posto al Certamen nazionale di Poesia Latina “Vittorio Tantucci” con un testo dedicato a Roccasinibalda. A Daniele Perotti la menzione d’onore.
“(…) L’autrice riesce con freschezza espressiva a descrivere gli aspetti più coinvolgenti del suo rapporto con la natura interpretato in chiave personale”. È questo un passaggio del giudizio della commissione che ha assegnato alla brillante studentessa del Liceo delle Scienze Umane di Rieti il 2° posto all’importante concorso del Certamen in lingua latina.
Il lavoro della studentessa Martina Testa, della classe 4° C del Liceo delle Scienze Umane, già vincitrice del 3° premio del Certamen nel 2013 con il Carme Terentius, è stato valutato dalla Commissione meritevole del 2° premio ex aequo, con una studentessa del Liceo Classico “E. Montale” di Roma.
Questo il giudizio della Commissione: “Carme Sinibaldi Arx: il componimento interiorizza il paesaggio culturale e lo scenario aturale, offrendo misura di una partecipazione emotiva, scandita dalla dimensione del viaggio. L’autrice riesce con freschezza espressiva a descrivere gli aspetti più coinvolgenti del suo rapporto con la natura interpretato in chiave personale”. La Commissione ha premiato con una menzione d’onore anche lo studente Daniele Perotti della classe IIB del Liceo delle Scienze Umane, per il carme Ruri Sancti Eliae con l’intento di motivare lo studente, che ha dimostrato serietà ed impegno, all’approfondimento dello studio della Lingua Latina.
La cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso 29 Aprile nell’Aula Magna dell’Università LUMSA di Roma. In tale occasione i membri della Commissione hanno espresso un vivo apprezzamento per lo spirito con cui gli studenti partecipanti al Certamen hanno interpretato, nelle loro composizioni poetiche, la tematica proposta dal Bando, “ Il paesaggio naturale e le istituzioni che nell’ambito della tua regione e territorio lo tutelano”, rivelando, per tramite dei loro lavori, l’apprezzamento per consapevolezza dell’identità che ci proviene dal mondo classico.
Un grande risultato che premia gli studenti e i docenti che, nonostante la riduzione oraria che colpisce inesorabilmente l’insegnamento delle lingue classiche, con passione e dedizione mettono in atto adeguate metodologie al fine di sollecitare il rispetto e l’ interesse per una lingua che vive ancora e con la quale l’umanità ha un immenso debito culturale. Di seguito il testo elaborato da Martina Testa.
Rocca Sinibalda
Oh Rocca di Sinibaldo
te ne stai solitaria lassù.
Sei triste, ma sicura
entro le tue grandi mura.
Il mio cuore è lacerato
dalle angosce, dai dolori,
dai tormenti, dalle dicerie.
Non ho forze, nulla faccio
per trovare in questo caos la pace.
Sono così cieca
da non rivolgere a te i miei pensieri,
da non accorgermi del resto.
Ecco, la natura mi parla,
ma io sono sorda al suo richiamo.
Cammino piangendo col cielo.
Vado oltre le tue strade, il tuo castello, le tue. botteghe.
Esco dal mio labirinto mentale
per entrare in un sogno.
Il cinguettar degli uccelli
il mio compagno.
L’esplosione di colori
la mia guida.
Il gorgoglio delle acque pure
il mio arrivo.
Passi incerti e malumore si dissolvono.
Le angosce dell’anima mi spingono
a tuffarmi nel verde immenso,
fare scorta di ossigeno
per i giorni soffocanti.
Veder nell’orizzonte
il congiungersi dei due mondi.
Attendere le sfumature del vespri
ed innamorarsi della luna.
Distruggi le tue catene
e godi del dono che Dio ha fatto a te,
oh Rocca.
Godi di quanto realizza la pubblica amministrazione,
che ti ha assegnato immensi spazi,
che cingono la tua sommità
con una verde corona regale.