Continua l’attività “Insieme per la solidarietà” del Lions Club Rieti-Varrone di essere accanto alle Caritas e agli enti di sussistenza per aiutare le fasce deboli.
La raccolta alimentare dello scorso 26 novembre ha visto in campo, come ormai accade da diversi anni, i volontari del Banco Alimentare con la partecipazione dei Soci del Lions Club Rieti-Varrone ed i giovani del Leo Club, inserito nell’ impegno dell’ “Area Fame” per il tradizionale evento di solidarietà raccogliendo generi di prima necessità e derrate alimentari a lunga conservazione.
Il presidente del Lions Club Rieti-Varrone, ing. Maurizio Rosati, ha voluto innanzitutto ringraziare tutti per l’entusiasmo e l’alto valore sociale che manifestano ogni volta nello svolgimento del servizio e sottolineare come la raccolta alimentare sia “ un atto concreto di lotta all’individualismo e all’indifferenza, un’azione che accomuna tutti, da chi compra e dona i prodotti, ai volontari che li raccolgono”.
Per l’intera giornata i volontari hanno stazionato all’interno del supermercato, chiedendo ai tanti cittadini che facevano la spesa “un semplice gesto di generosità che può servire a molti”.
I nostri concittadini hanno collaborato tanto, hanno acquistato e donato alimenti di ogni tipo – ha continuato il presidente Rosati – in questa occasione la nostra comunità ha dimostrato di avere un cuore grande e di sostenere l’azione di tutti quei volontari che affrontano le sfide sociali che la realtà di oggi ci sta ponendo.
Consapevoli che la situazione che stiamo vivendo anche nella nostra città è sempre più allarmante, ci sono tanti nuovi poveri che vivono ai margini della fame e ciò deve farci sentire partecipi di ogni iniziativa che contribuisca a dare una mano a chi ne ha più bisogno.
Sono stati centinaia i chili di beni raccolti e consegnati in questi giorni, tramite i nostri Soci sul territorio attraverso vari canali di sussistenza e alla mensa di Santa Chiara. Un piccolo gesto per dimostrare vicinanza alla nostra comunità, un dono caritatevole nel rispetto della dignità di chi lo riceve”.
Antonio Spadoni