Ci sono ferite che non si rimarginano, lo sanno bene gli abitanti della provincia di Rieti, accomunati a quelli delle province marchigiane, umbre e abruzzesi dagli eventi causati da quella che l’INGV definì sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso.
In occasione della ricorrenza della seconda scossa del 30 ottobre 2016 l’associazione fotografica Utopia presenta, nella propria sede in via del Duomo, 2 a Rieti una mostra proprio su quelle ferite ancora lontane dal rimarginarsi, realizzata dal Collettivo Order#10362. Nato nel 2019 dalla passione per la fotografia di Elisa Bianchi Testoni, Marco Brioni e Umberto Righi, il Collettivo si pone come obiettivo lo studio del delicato equilibrio tra uomo e territorio, concentrando inizialmente la propria ricerca sull’antropizzazione dei territori golenali del Po. Nel 2021 è la volta del progetto “#3016” una ricerca sui luoghi devastati dal terremoto del centro Italia del 2016.
Il progetto è nato nel 2020 durante un viaggio con Giovanni Marrozzini, fotoreporter fermano, e realizzato nel 2021 nelle zone investite dai terremoti del Centro Italia del 2016, con particolare attenzione ai comuni di Accumoli, Arquata del Tronto, Visso, Ussita e relative frazioni.Come dei novelli archeologi del 3016, che scoprono una antica città, gli autori hanno documentato questi luoghi enfatizzando come fenomeni così devastanti, che in pochi secondi trasformano in macerie ciò che in mille anni sarebbe divenuto rovina, alterino la percezione stessa dello scorrere del tempo, che diventa la chiave di lettura di tutto il progetto e della mostra che ne è derivata. Dal materiale fotografico è nato anche un libro, curato da Paola Fiorini, presentato al Festival della Fotografia Etica di Lodi.
La mostra verrà inaugurata il 28 ottobre alle ore 18 alla presenza degli autori che, per l’occasione, accompagneranno i visitatori tra i loro scatti illustrando il loro progetto. Successivamente l’esposizione rimarrà aperta da mercoledì a domenica, dalle 18 alle 20, fino al 18 novembre.