“9.960,00 euro al mese. E’ lo stipendio che il sindaco Sinibaldi percepirà a partire dal 2024. Un aumento del 159% rispetto all’indennità riscossa in passato dal primo cittadino. La riforma è nazionale e statale, è il fondo posto a copertura delle nuove indennità. Eppure il Comune aveva la libertà di scegliere se recepire in tutto o in parte l’aumento dello stipendio degli Amministratori e bene avrebbe fatto a limitare l’incremento che estende fino a quasi 10.000 euro al mese lo stipendio del Sindaco di Rieti.
Un segnale o, meglio, un dovere che la Politica locale avrebbe dovuto onorare nel rispetto della condizione dei cittadini del Comune di Rieti che, in quanto in predissesto addebita ai reatini il pagamento del livello massimo delle nostre imposte. E invece no! Non solo la Giunta incassa più del raddoppio del proprio trattamento economico, ma aumenta sino a 5 gli addetti alla segreteria di Sinibaldi e sperpera 500.000 euro nell’assunzione di 4 esperti social per curare l’immagine del primo cittadino.
Nel frattempo sui cittadini si abbatte l’aumento della TARI, di pari passo con l’incremento del costo della luce, del gas, dei carburanti, del pane, del latte e di ogni altro bene di prima necessità. E così la politica si estranea dalla società e degenera in una sorta di campagna pubblicitaria sui saluti di rito e il taglio dell’erba.
Un cerchio magico bel lontano dall’esempio di Antonio Cicchetti e di chi altri ha rinunciato ai telefonini, ai posti assegnati e ad altri privilegi per agire a servizio di un progetto di rinnovamento della società. Diranno: così fan tutti. Appunto! Distinguiamoci. In passato lo abbiamo fatto. Anche per questo siamo stati confermati alla guida della città di Rieti” – conclude Antonio Emili.