Sarà ricordato come tra i comandanti del Gruppo carabinieri di Rieti maggiormente impegnati a valorizzare il ruolo dell’Arma nelle sue diverse articolazioni, a partire dalla presenza sul territorio dei comandi stazione che, da sempre, rappresentano un presidio di legalità e sicurezza per i cittadini. Il colonnello Bruno Bellini, che lascia Rieti dopo tre anni per andare a rivestire l’incarico di comandante della Polizia militare presso lo Stato Maggiore della Difesa, ha voluto imprimere la massima visibilità all’opera che ogni giorno i carabinieri portano avanti, facendo conoscere i suoi uomini alla collettività e sottolineandone le capacità operative, una sorta di azione di marketing dell’Arma che non ha riscontri significativi nel Reatino ed ha avuto, come scopo non dichiarato, anche di suscitare nei giovani l’interesse ad arruolarsi per indossare la divisa.
L’obiettivo del comandante era chiaro: avvicinare il carabiniere sempre di più alla gente per trasmettere sicurezza, un’esigenza che negli ultimi anni è cresciuta in modo costante di pari passo con il verificarsi di episodi di criminalità comune. E per prevenirli, soprattutto con riferimento alle truffe agli anziani, un fenomeno che ha ormai assunto in Italia dimensioni preoccupanti, il colonnello Bellini e i suoi collaboratori hanno promosso molti incontri con le popolazioni per informarle dei pericoli che possono derivare da determinati incontri con soggetti sconosciuti e senza scrupoli. In questa attività, unita al costante controllo del territorio sabino, in particolare rivolto al traffico di sostanze stupefacenti favorito dalla vicinanza con Roma con la Sabina, il comandante è stato sicuramente aiutato dal fatto che, come egli stesso ha spesso affermato, “il Reatino è una zona che non presenta particolari problematiche sul piano della criminalità, ma l’attenzione non deve venire mai meno”.
Adesso, dopo tre anni, Bruno Bellini torna a Roma, la città dove in precedenza aveva diretto il Nucleo investigativo, impegnato a indagare su clamorosi omicidi avvenuti a Roma, non ultimo quello del 1991 dell’Olgiata dove la contessa Alberica Filo della Torre fu uccisa nella camera da letto della villa, un giallo rimasto a lungo senza colpevoli prima che il suo autore, un domestico filippino sorpreso a rubare, fosse scoperto sedici anni dopo il delitto e condannato. Nel suo nuovo e più importante incarico, il colonnello avrà modo di mettere a frutto il lavoro condotto sul campo trasmettendo esperienza e conoscenza a chi lavorerà al suo fianco.
Un premio significativo, prima della partenza, il comandante uscente l’ha ricevuto dal maggiore Bruno Argiolas, presidente della sezione di Rieti dell’Associazione nazionale carabinieri in congedo che in rappresentanza di tutti gli scritti, ha donato all’ufficiale un quadro raffigurante il Santuario di Greccio, luogo tra i più rappresentativi del territorio, della sua storia e dei suoi valori e, con la simbolica consegna della tessera, ha nominato il colonnello Bellini socio della sezione di Rieti.
Fonte: GiustiziaRi.it