European Consumers APS ha segnalato alla commissione europea che il progetto di raddoppio presentato da Acea ATO2 S.p.a., in seguito al rinnovo nel 2019 della concessione di deviazione per le sorgenti Peschiera – Le Capore, potrà avere impatti negativi su 6 siti Natura 2000 situati lungo i fiumi Velino e Farfa, a valle dell’acquedotto. Tali impatti dovrebbero essere studiati nell’ambito di una verifica preventiva e di una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
Il tracciato di progetto interessa infatti direttamente la ZSC Piana di San Vittorino-Sorgenti del Peschiera (IT6020012) e la ZSC Pareti rocciose del Salto e del Turano (IT6020029) e indirettamente (tramite ulteriori variazioni del deflusso idrico) la ZSC/ZPS Fiume Farfa -Corso Medio Alto (IT6020018), la ZPS/ZSC Laghi Lungo e Ripasottile (IT6020011), la ZSC/ZPS Riserva naturale Tevere Farfa (IT6030012), ZPS Lago di Piediluco – Monte Maro (IT5220026).La Commissione ha riconosciuto che uno degli obiettivi della pertinente Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (DQA), è far sì che tutte le acque europee di superficie raggiungano un buono stato ecologico e chimico e che siano gestite in modo che il loro stato non si deteriori.Per raggiungere l’obiettivo un buono stato ecologico e chimico la direttiva prevede lo sviluppo di Piani di Gestione dei bacini idrografici (PdG)[1] che definiscono programmi di misure[2] per ridurre al minimo le pressioni sui singoli corpi idrici.
Nel rendere operativi i programmi di misure specificati nei Piani di Gestione dei bacini idrografici, gli Stati membri devono attuare misure necessarie per prevenire il deterioramento dello stato di tutti i corpi idrici superficiali[3] e devono rifiutare l’autorizzazione per un singolo progetto, se questo può causare un deterioramento dello stato di un corpo idrico superficiale.
Con il decreto D.D. STA 30/2017[4] sono state emanate Linee guida per l’aggiornamento dei metodi di determinazione del deflusso minimo vitale ed è stato adottato uno strumento tecnico per determinare il Deflusso Ecologico da mantenere sui corsi d’acqua[5], superando i limiti delle metodologie applicate per il Deflusso Minimo Vitale (DMV). Si sono adottati metodi più sofisticati in grado di promuovere l’evoluzione di un regime, simile a quello naturale, in un dato corso d’acqua, per favorire il mantenimento degli habitat e delle specie autoctone in esso presenti.Nel caso del bacino dell’Appennino centrale, tali decreti hanno trovato applicazione con la Delibera n. 4 dell’Autorità di bacino Distrettuale dell’Appennino centrale[6], che prevede che dal 1° luglio 2018, le istanze di rinnovo delle concessioni di derivazione sono assoggettate, ove ciò sia pertinente, agli obblighi di rilascio congruenti con il mantenimento, nei corpi idrici interessati dalla derivazione, dei “deflussi ecologici”.Il disciplinare che sancisce il rinnovo della concessione di derivazione dalle sorgenti del Peschiera-Le Capore è stato siglato tra ACEA e Comune di Roma in data 10 luglio 2019. Quindi tutte le valutazioni dovevano seguire il mantenimento, nei corpi idrici interessati dalla derivazione, dei “deflussi ecologici” o comunque giustificarne il discostamento.Nella Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA), in fase di consultazione fino al 17 maggio 2023 e ora in corso di elaborazione, si afferma che l’approvvigionamento idrico della città di Roma è attualmente assicurato in gran parte dal sistema Peschiera-Capore per una portata complessiva di 13,7 mc/s (Sezione Alta Peschiera 9mc/s e Acquedotto delle Capore 4,7mc/s).Secondo ACEA la capacità di trasporto dell’acquedotto del Peschiera, attualmente pari a 9 mc/s, è inferiore di 1 mc/s rispetto ai 10 mc/s previsti dalla concessione. La costruzione di un nuovo acquedotto consentirà di ottenere l’intera capacità concessa (10 mc/s), cioè un totale di 14,7 m3/s per il sistema Peschiera-Capore.
Ma vi è da notare che proprio in relazione al Minimo Deflusso Ecologico già attualmente vi è una situazione di degrado lungo i due sistemi Velino e Farfa, direttamente impattati dai citati prelievi sorgentizi, che non può che peggiorare con l’ulteriore aumento dei prelievi idrici. Ma il Minimo Deflusso Ecologico dei due sistemi idrici non risulta individuato nella ViNCA.La VINCA ritiene che:” (…) la nuova opera sarà in grado di addurre una portata di 10 m3/s, pari a quella di concessione, con un incremento di 1 m3/s rispetto alla capacità di trasporto dell’acquedotto esistente. Le sorgenti del Fiume Peschiera sono caratterizzate da una portata media dell’ordine di 17/18 mc/s e pertanto la nuova opera non produrrà significative alterazioni del regime idraulico del fiume”.Ma non cita in alcun modo il Minimo Deflusso Ecologico e considera il solo fiume Velino ignorando il sistema egualmente protetto del Fiume Farfa già influenzato dalla derivazione “Le Capore”. Entrambi i corsi d’acqua dovrebbero essere valutati anche nel pregresso relativamente al mantenimento del Minimo Deflusso Ecologico solo recentemente normato.
La Commissione ricorda che l’articolo 4 della Direttiva prevede deroghe al divieto del deterioramento dello stato del corpo idrico superficiale. Ma esse sono ammissibili solo se tale deterioramento è dovuto a modifiche delle caratteristiche fisiche o sono soddisfatte le seguenti condizioni:
è fatto tutto il possibile per mitigare l’impatto negativo sullo stato del corpo idrico;le motivazioni di tali modifiche o alterazioni sono di prioritario interesse pubblico e/o i vantaggi per l’ambiente e la società risultanti dal conseguimento degli obiettivi di cui al paragrafo 1 sono inferiori ai vantaggi derivanti dalle modifiche o alterazioni per la salute umana, il mantenimento della sicurezza umana o lo sviluppo sostenibile, eper ragioni di fattibilità tecnica o costi sproporzionati, i vantaggi derivanti da tali modifiche o alterazioni del corpo idrico non possono essere conseguiti con altri mezzi che costituiscano una soluzione notevolmente migliore sul piano ambientale.European Consumers APS ritiene che tali requisiti non siano per nulla soddisfatti dall’Opera in esame e, anche sulla base della normativa confermata dalla Commissione UE, si riserva di continuare la sua azione appena saranno pubblicati i documenti relativi alla VIA e alla ViNCA per i territori considerati.Purtroppo, come è stato ripetutamente fatto notare, in Italia la nefasta “politica delle emergenze” permette di trascendere qualsiasi Vincolo Ambientale.
Si considerano eventi naturali come la causa dei problemi, mentre sono le Amministrazioni dal livello locale al nazionale ad aver favorito gestioni del territorio affatto resilienti, favorendo lo sviluppo urbanistico e industriale anche in aree ad alto rischio idrogeologico. In questo caso con la scusa del “Rischio siccità” si finanziano costose e impattanti opere pubbliche invece di ridurre gli sprechi e le perdite idriche o avviare un’adeguata politica di recupero e utilizzo delle acque bianche a livello agricolo e urbano.Secondo la Commissione UE il progetto citato non è stato presentato nell’ambito del PNRR italiano. Se verrà presentato per un finanziamento dell’UE, la Commissione procederà alla valutazione alla luce dei requisiti stabiliti dal Regolamento (UE) 2021/241[7]. Poiché attualmente risulta in atto una Procedura PNRR-PNIAC come conferma la documentazione disponibile sul sito del Ministero[8] European Consumers APS si riserva di segnalare eventuali violazioni alla Commissione in relazione a tale procedura.Si rammenta che a causa della mancata pianificazione pubblica dettata dalle norme europee, quasi metà dell’acqua potabile immessa in rete viene sprecata (circa il 38%, corrispondente a circa 10 mc/s)[9] e la restante viene destinata almeno in parte ad usi impropri, quali irrigazioni agricole e usi industriali/commerciali, che potrebbero beneficiare di risorse d’acqua piovana e di recupero.
Si sottolinea la necessità di contemperare le esigenze di approvvigionamento idrico con quelle di tutela di habitat e specie vegetali e animali, assicurando il rilascio in alveo di una portata idonea a mantenere o ripristinare lo stato di conservazione soddisfacente per le comunità acquatiche del fiume Farfa e Velino con particolare riferimento a quelle protette a livello Europeo.Riferimenti[1] Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (DQA). Articolo 13 Piani di gestione dei bacini idrografici.Per ciascun distretto idrografico interamente compreso nel suo territorio, ogni Stato membro provvede a far predisporre un piano di gestione del bacino idrografico.[2] Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (DQA). Articolo 11, si veda Pag. 26. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:02000L0060-20141120[3] Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (DQA). Articolo 4, paragrafo 1, lettera a), punto i.Nel rendere operativi i programmi di misure specificate nei piani di gestione dei bacini idrografici:
a) Per le acque superficialii) gli Stati membri attuano le misure necessarie per impedire il deterioramento dello stato di tutti i corpi idrici superficiali, fatta salva l’applicazione dei paragrafi 6 e 7 e fermo restando il paragrafo 8;[4] Decreti sulle valutazioni ambiental delle derivazioni e sui deflussi ecologici. https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/trasparenza_valutazione_merito/informazioni%20ambientali/15_-_decreti_sulle_valutazioni_ambientali_delle_derivazioni_e_sui_deflussi_ecologici.pdf[5] Tra i limiti delle metodologie di calcolo attualmente applicate per il deflusso minimo vitale- DMV vi è mancato riconoscimento della dipendenza del DMV dal regime idrologico naturale e dalla dinamica morfologica del corso d’acqua.[6] Autorità di bacino Distrettuale dell’Appennino centrale, Conferenza Istituzionale Permanente, Delibera n.4 (Seduta del 14 dicembre 2017), CIP_14_12_2017_Delibera_n_4_OCR.pdf (autoritadistrettoac.it). https://www.autoritadistrettoac.it/sites/default/files/notizie/allegati/CIP_14_12_2017_Delibera_n_4_OCR.pdf[7] Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32021R0241[8] Documenti procedura di Valutazione Impatto Ambientale (PNIEC-PNRR). https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/9420/13819[9] Acea, perdite degli acquedotti di Roma scese dal 45% al 38%. https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/acqua/2019/05/13/acea-perdite-degli-acquedotti-di-roma-scese-dal-45-al-38_ddd123f1-ce0a-442b-b006-bdadb2925ac9.html