Mentre la gran parte delle forze politiche di maggioranza, con in testa il PD ed i fedelissimi del Sindaco Petrangeli, stanno testando, per la seconda volta in meno di 18 mesi di governo, i rispettivi ruoli di forza, in una contesa evidentemente soltanto poltronistica e che di politico ha ben poco, restano sul tappeto irrisolte una lunga serie di problematiche.
E tra queste la casa di riposo “ex Manni”, eccellenza e fiore all’occhiello di una città attenta ai bisogni delle persone più deboli ed indifese che, forse sarà necessario ricordarlo all’Assessore Mariantoni, fu donata al Comune di Rieti con il preciso obbligo morale di preservarla, custodirla e tramandarla ai posteri. Qualcosa che ha pienamente a che fare con gli interessi e i bisogni reali dei cittadini.
Per meglio comprendere quello che sta succedendo, crediamo sia politicamente corretto partire dall’analisi della relazione previsionale e programmatica per l’anno 2014, redatta dall’Assessore Degni prima che il professore uscisse mestamente di scena.
Una sintesi frutto del lavoro congiunto fatto dallo stesso Assessore al Bilancio, di concerto con i suoi colleghi di giunta, in cui ognuno ci ha “messo un po’ del suo” per licenziare una sorta di “scusate, avremmo voluto, ma abbiamo deciso di fare qualcos’altro”.
Il dato che sorprende più di tutti è che nell’anno in corso, così come per il 2015 ed il 2016, l’Amministrazione Petrangeli si propone un taglio di 1 milione e 300 mila euro alla voce spese di gestione della casa di riposo comunale che, a detta dell’Assessore alle Politiche Sociali, “costa” alla collettività 1 milione e 700 mila euro annui. Tradotto significa, più “semplicemente”, chiusura della casa di riposo.
Nonostante si siano messe già le mani nelle tasche dei degenti e dei loro familiari con l’aumento delle rette di ricovero per l’anno in corso e con la richiesta di cifre esorbitanti di arretrati per l’anno passato, questa sembra essere l’inevitabile dismissione di una struttura d’eccellenza.
Siamo costretti a ribadire all’Assessore Mariantoni, che ha evidentemente una cultura del sociale diametralmente opposta alla nostra, che potremmo definire del “poco sociale”, che tali tipologie di servizi non rappresentano un costo per la collettività, bensì un valore aggiunto per un’amministrazione che si rispetti e che abbia veramente a cuore, con i fatti e non con le chiacchiere, gli interessi di coloro che non possono permettersi di pagare la retta di ricovero in una struttura privata.
Ancora slogan che perdono lungo la strada i pezzi e che dimostrano come questa maggioranza sia assolutamente inadeguata a perseguire il bene pubblico.
Lo dichiarano i consiglieri comunali: Sebastiani, Cascioli e Festuccia.