Passata in secondo piano rispetto alle numerose altre vicende della sanità reatina, la collocazione a riposo per raggiunti limiti di età lavorativa del Dottor Celli, suscita nuovi interrogativi nell’ambiente professionale da quando è apparso sulla bacheca della ASL un avviso di incarico per la copertura il posto di direttore responsabile della Unità Complessa di Ortopedia e Traumatologia.
A dichiararlo il Segretario Generale UGL Rieti, Marco Palmerini, ed il Segretario Provinciale UGL Medici, dott. Maurizio Angeloni; a questi interrogativi, continuano i due sindacalisti, come osservatori a 360 gradi dei problemi della sanità, non potevano non prestare attenzione dal momento che il reparto di Ortopedia del “ De Lellis”, diretto appunto dal Dottor Celli, è stato a lungo oggetto di polemiche per i problemi legati alla impossibilità di far fronte alle richieste dell’utenza, causa il sotto dimensionamento dell’organico del reparto.
Si sa che a queste polemiche indirizzate soprattutto verso la gestione ASL, per quella che è stata definita da più parti una discutibile politica delle assunzioni, non era stato certo estraneo il Dottor Celli e perciò il suo collocamento a riposo ha dato adito a ipotesi di un licenziamento mascherato, avallate anche dal fatto che il suo contratto dirigenziale scade nel 2011. Il Dottor Celli aveva del resto subito in passato gli effetti di un decisionismo manageriale per così dire troppo “disinvolto”, quando insieme ad altri suoi colleghi era stato licenziato dall’allora Direttore Generale Correani, e solo dopo qualche anno i sanitari furono reintegrati durante la gestione Galbiati.
Ora il suo collocamento a riposo per aver raggiunto i 40 anni di età lavorativa pur con un contratto non ancora scaduto fa sorgere a qualcuno dubbi sulla genuinità del provvedimento, visto che sembra ci siano situazioni di sanitari che il limite dei 40 anni lo hanno già oltrepassato tra contribuiti e riscatti e che sono tuttora in servizio pur non occupando posti chiave. Che il Dottor Celli sia nuovamente vittima di un eccessivo potere discrezionale della dirigenza ASL? Senza evidenze precise, non osiamo nemmeno supporlo e, tantomeno, vogliamo dare adito alle chiacchiere di corridoio che vedono nell’interruzione del contratto del Dottor Celli la possibilità di rientrare in gioco per qualche dirigente della capitale rimasto senza reparto per effetto dei tagli alla sanità.
Siamo solo preoccupati che un eventuale interesse particolare possa prevalere sulla quella trasparenza che in una amministrazione pubblica, finanziata al 100% con il denaro dei contribuenti, deve essere tale di per sé e non solo perché avallata da norme giuridiche; anche perché se tali norme sono suscettibili di contestazione si corre il rischio di andare incontro ad un contenzioso che si potrebbe concludere con risarcimenti onerosi per bilancio della nostra sanità e dei contribuenti.