Da sabato 13 maggio per le prossime due settimane la Sala Mostre del Comune di Rieti ospiterà sotto le sue volte la mostra allestita dagli artisti Nicoletta Sciannameo e Giuseppe Zingaretti, due tra i Cento Pittori di via Margutta, certo tra gli ultimi in rigoroso ordine alfabetico, tra i primi per creatività, padronanza delle tecniche, onestà intellettuale nella proposta, accuratezza nella realizzazione.
Proviamo ad incontrare più da vicino i due pittori, attraverso l’analisi delle opere in mostra. Entrando nella sala espositiva, ricavata in anni recenti negli ambienti al pianterreno del palazzo che rivelano la loro origine medievale negli archi tamponati, nelle volte a tutto sesto costruite nei sodi blocchi squadrati in pietra sponga, lo sguardo è attratto istintivamente dai quadri della parete di fondo: a sinistra, le geishe di Sciannameo, a destra le vedute di Zingaretti, eccellente biglietto di visita per intuire l’armonia di una proposta diversa e ben distinta che rivela un sostanziale, rispettoso equilibrio che è il risultato di una intelligente mediazione, di un sodalizio artistico rivelatore di un’intimità e di una convergenza di vedute conquistata attraverso percorsi differenti. Nicoletta Sciannameo, architetto dalla salda formazione tecnico-scientifica, si è accostata alla pittura da autodidatta.
Nell’arte rivela e mette in gioco il suo mondo interiore, fatto di immagini di sogno e di volti intensi, alla ricerca di una sintesi ideale tra il figurativo e l’informale. Giuseppe Zingaretti, che fu allievo e assistente di quel gigante dell’arte sacra contemporanea che fu padre Ugolino da Belluno, si è nutrito in gioventù di studi classici, ha sperimentato e messo a punto una sua originale tecnica esecutiva dell’acquerello che gli assicura risultati eccellenti nella pittura di paesaggio.
Le opere esposte a Rieti, alcune delle quali sono un gradito omaggio alla città che lo ospiterà fino al 28 maggio, lo dimostrano inequivocabilmente: le sue vedute sono fatte d’aria e d’acqua, di pietra e di luce, rigorosamente realistiche eppure oniriche, poiché con amorevole saggezza espunge le inevitabili magagne, le sporcizie, le incurie che contaminano vie e vicoli, che inquinano fiumi e lagune, inondando di luce calda e vivissima quanto emerge dai segni netti, lenticolari, del disegno a china. Se è vero, e ce lo auguriamo sinceramente, che la bellezza salverà il mondo allora Nicoletta Sciannameo e Giuseppe Zingaretti potranno esser certi di aver fatto la loro parte. Ileana Tozzi