“Il Codice appalti tende a garantire l’interesse prioritario alla realizzazione delle opere, e al contempo a favorire e tutelare i diritti dei lavoratori. Riteniamo utili alcuni correttivi e affinamenti per rendere questo strumento ancora più equo ed efficace, a garanzia della qualità del lavoro e delle risorse pubbliche in un’ottica di sostenibilità non solo ambientale ma anche e soprattutto economico-sociale.
Il Codice, che è uno degli obbiettivi previsti dal PNRR, è uno strumento pienamente operativo e non necessiterà, a differenza del precedente, di una serie di atti di normazione secondaria che spesso sono rimasti inattuati o hanno ricevuto continue modifiche, rallentando di fatto gli interventi come avvenuto nelle province di Viterbo e Rieti.
Riteniamo inoltre che per la reale riforma del sistema dei contratti pubblici occorra una adeguata formazione per gli operatori, vista anche la dimensione limitata di molte stazioni appaltanti del territorio, una selettiva riqualificazione delle stazioni appaltanti, l’effettiva attuazione della digitalizzazione e una piena interoperabilità delle banche dati pubbliche. Sicuramente la previsione obbligatoria dell’applicazione del contratto nazionale maggiormente rappresentativo a tutta la filiera, compreso il subappalto, è un aspetto di attenzione fondamentale al mondo del lavoro, da valutare in modo positivo.
Attraverso la responsabilità in solido si rafforzano gli strumenti per il mantenimento degli standard retributivi e contributivi e la sicurezza per i lavoratori. Principi che trovano conferma nella previsione obbligatoria del Durc di congruità. Sul subappalto a cascata, previsto dalla normativa comunitaria e oggetto di diverse procedure di infrazione, ricordiamo che è limitato alla non prevalenza dell’opera; forse si sarebbe potuto osare di più, limitandolo al 1° livello e avviando un dialogo con l’UE.
In questa direzione pensiamo che a partire dalle norme regolamentari e dagli eventuali correttivi sarebbe opportuno estendere le regole del subappalto anche alle subforniture e alla sub contrattazione, dove sovente riscontriamo irregolarità e violazioni contrattuali.
Bene la digitalizzazione e la trasparenza, che sono la giusta strada per la semplificazione. La tracciabilità digitale dell’intero ciclo dell’appalto, inoltre, può rappresentare un utile strumento di controllo e prevenzione della corruzione nella settore degli appalti pubblici”.
Francesco Agostini, reggente Filca Lazio Nord (nella foto ospite di Radiomondo)