In relazione a recenti dichiarazioni di Cittadinanzattiva sulla situazione degli sfratti e degli alloggi in Provincia di Rieti, si precisa quanto segue:
Nel corso del 2013 l’Ater della Provincia di Rieti ha eseguito cinque sfratti e non quindici come recentemente dichiarato da Cittadinanzattiva. Di questi: tre sono stati eseguiti nei confronti di abusivi che non avevano titolo ad usufruire delle abitazioni, uno nei confronti di un inquilino dichiarato decaduto poiché in possesso di altre proprietà e l’ultimo per morosità nei confronti di un inquilino in possesso di un reddito appropriato al pagamento dell’affitto. Si sottolinea inoltre che da gennaio 2013 sono stati avviati 255 procedimenti amministrativi atti al recupero delle morosità.
In relazione poi alla necessità di sinergie tra gli enti, Ater Rieti non ha certo bisogno di sollecitazioni in tal senso, avendo già da tempo instaurato questo tipo di relazioni finalizzate alla promozione, all’elaborazione e alla gestione di progetti per il controllo anagrafico e la verifica della legittimità degli alloggi, come il protocollo di intesa denominato “Aiutaci ad abitare” sottoscritto con il Comune di Rieti ed in vigore ormai dal 2007.
E’ bene ricordare inoltre che, anche grazie alle sollecitazioni di Ater Rieti, la giunta Regionale del Lazio ha approvato la proposta di delibera “Piano straordinario per emergenza abitativa nel Lazio e attivazione Programma per emergenza abitativa per Roma capitale” che si propone, tra le altre finalità, il “recupero ed autorecupero del patrimonio immobiliare pubblico (in primis il patrimonio regionale e, a seguire, il patrimonio di proprietà dello Stato, delle Pubbliche Amministrazione ed Enti Pubblici) da intendersi anche come più ampia attività di rigenerazione urbana”, destinando anche un primo stanziamento regionale.
Per quanto riguarda il caso specifico di sfratto segnalato all’opinione pubblica da Cittadinanzattiva, Ater Rieti ha sempre mostrato disponibilità all’ascolto ma è la legge che impone di procedere. L’inquilino in questione fu dichiarato decaduto dall’assegnazione con decreto del Sindaco di Rieti nel lontano 1993 con la motivazione di non abitare “stabilmente” l’alloggio assegnatogli. Un provvedimento che evidentemente venne assunto a fronte dei dovuti controlli svolti all’epoca dei fatti. Si sottolinea che il lungo iter giudiziario seguito negli anni ha avuto anche una sentenza della Corte di Cassazione. E’ evidente, infine, che la condotta di Ater Rieti è stata necessitata, in questo come in altri casi, dal dovuto rispetto della vigente normativa, non essendo consentita all’Ente l’adozione di atti arbitrariamente derogati.
“Ribadendo che i principi alla base del nuovo corso di Ater Rieti sono da rintracciare nella disponibilità ma anche nel rigore, sottolineiamo che la recente attivazione dello sportello per il microcredito in collaborazione tra la nostra Azienda e l’associazione Claai – commenta il Commissario Ater Rieti, Eliseo Maggi – è proprio un segnale che abbiamo voluto lanciare anche verso quelle famiglie che scontano gli effetti della crisi economica e sociale in atto”.