“I risultati della provincia di Rieti dimostrano plasticamente come la scelta di Bonaccini possa rappresentare realmente un’innovazione, un elemento di novità rispetto al passato.
Il presidente della Regione Emilia Romagna del resto lo ha detto chiaramente, scrivendolo sul programma della sua mozione ma soprattutto mettendolo in pratica concretamente alla guida di una delle regioni più attrattive e all’avanguardia dell’intero panorama nazionale: il nuovo Partito Democratico necessita di una nuova classe dirigente capace di proporre al Paese una nuova agenda politica.
Il nostro partito nasce per dare rappresentanza all’Italia del lavoro e per promuovere lo sviluppo economico, la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Un grande partito di sinistra e popolare, riformista e plurale, fatto di molte donne e molti uomini capaci, a tutti i livelli, fatto di persone che in questi anni hanno mandato avanti i circoli anche nei momenti più difficili e che spesso hanno saputo vincere nelle competizioni locali anche quando il vento politico nazionale spirava in direzione opposta.
Bonaccini è forse l’esempio più evidente di quella classe dirigente del nostro partito capace di recuperare consenso grazie ad una forte credibilità personale e di gruppo, con esperienze e proposte che hanno conquistato voti al PD locale mentre li perdevamo a livello nazionale. Mai come ora, dopo le elezioni del 25 settembre e quelle regionali, si sente la necessità di un Partito Democratico forte e credibile, capace di tornare a essere il punto di riferimento di tutti quegli italiani che sentono discriminati e dimenticati o che non si riconoscono nella destra al governo del Paese molto brava a cavalcare le paure dei cittadini invece che risolverli. Il nostro partito in questi ultimi anni nel nome di un senso di responsabilità doveroso e irrinunciabile si è ritrovato quasi sempre a governare a livello nazionale senza un mandato elettorale.
Dobbiamo ricreare un legame con il nostro elettorato e lo possiamo fare ripartendo dalle nostre origini da quella ricerca di centralità che deve essere la stella polare del PD, di quella vocazione maggioritaria che non significa autosufficienza o isolamento, ma che significa rimettere il PD al centro di un’alternativa possibile, abbandonare ogni residuo di subalternità”. Così nella nota il comitato provinciale di Energia Popolare della provincia di Rieti a sostegno di Stefano Bonaccini segretario nazionale del PD.