E’ la solita storia. Si vota e torna a mostrarsi la politica intesa esclusivamente come demagogia e propaganda.
Non è una storia nuova.
Ma nel caso della vicenda di un presunto inceneritore c’è qualcosa di più.
Approssimazione e disinformazione, il Dott. Boncompagni scambia lucciole per lanterne.
Si sogna una nuova ciminiera che verrebbe realizzata a mò di torre gemella di quella della Snia Viscosa, per poi inventare un progetto che si vorrebbe realizzare e, infine, lamenta di non aver potuto condividere una iniziativa che non c’è.
A questo punto è più che probabile che l’Assessore Boncompagni, distratto da altro,
non abbia compreso bene il senso di una nota pervenutagli dalla Regione Lazio-Assessorato all’ambiente, riferita alla autorizzazione AIA, richiesta dal Consorzio Industriale per un impianto di trattamento delle acque reflue a servizio della città e dell’agglomerato industriale con annesso un termovalorizzatore dei fanghi. Si tratta infatti di una autorizzazione necessaria e fa riferimento non già ad un inceneritore ma più semplicemente ad un termovalorizzatore che incide unicamente sui fanghi prodotti dall’impianto a sevizio della Città e non è quindi uno strumento per trattare rifiuti provenienti dall’esterno.
Il progetto di tale intervento è stato approvato a seguito di conferenza dei servizi (con il parere favorevole del Comune di Rieti) ed è stato e finanziato dalla Regione Lazio.
Il solo termovalorizzatore attualmente non è in esercizio poiché lo si sta dotando di un sistema di monitoraggio ai sensi del decreto legge 133/05, norma che all’epoca dell’approvazione del progetto non era in vigore.
Non c’è quindi alcun inceneritore da realizzare ne tanto meno ciminiere da edificare. Gli infondati allarmismi si sarebbero quindi potuti evitare se prima di fare improbabili comunicati si fossero cautelativamente acquisite spiegazioni tecnicamente fondate, rispetto alle quali il consorzio industriale avrebbe dato massima disponibilità. Il fatto che si è preferito agire diversamente va a confermare il sospetto che probabilmente il tema della salute pubblica è solo strumentale e serve a celare forse altri obiettivi.