Sorelle e fratelli,
poco fa, alle ore 9,34 il Papa Emerito Benedetto XVI è morto. Ci uniamo alla preghiera che sale da tutta la Chiesa, insieme con papa Francesco, perché il Signore accolga tra le sue braccia questo «umile lavoratore nella vigna del Signore».
Mentre egli entra ora nel silenzio di Dio anche noi continuiamo a sentirci dietro di lui e con lui. Nella sua ultima lettera dello scorso 6 febbraio il Papa Emerito scriveva: «Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato. In vista dell’ora del giudizio mi diviene così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte».
L’essere cristiano è diventato grazie alla sua intelligenza inquieta e al suo cuore ardente il dono di una fede amorevole, a cui tanti hanno cercato di rischiararsi e riscaldarsi. Per questo invitiamo tutte le comunità a riservare nelle celebrazioni di fine e di inizio anno il suffragio e il ricordo di un Papa che ha servito la causa del Vangelo con l’intelletto d’amore.
L’amministratore apostolico Domenico e il vescovo eletto Vito.