Tiene banco in questi giorni sulle pagine della stampa locale la vicenda dei 70 lavoratori della ditta Reset che si trovano senza stipendio da luglio e che sono da qualche giorno in presidio permanente perché la loro voce venga ascoltata.
Nel manifestare la propria solidarietà a questi lavoratori e alle loro famiglie, NOME officina politica sottolinea tuttavia che appaiono ad oggi ben poco chiare le cause di questa ennesima crisi industriale. Soprattutto considerando che l’azienda, almeno sulla carta e stanti i diversi riconoscimenti e i brevetti ottenuti, appariva solida e incamminata verso brillanti prospettive.
Così perlomeno era stata presentata dai vertici del Comune di Rieti in occasione della nascita della cosiddetta APEA (l’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata) ad aprile 2019, di cui Reset era uno tra i principali partner privati. Né vi sarebbe stato modo di dubitare, trattandosi di una impresa sostanzialmente afferente alla logica della transizione ecologica ed energetica, che dunque, a maggior ragione in questo periodo, dovrebbe cogliere delle opportunità. Non se ne comprendono quindi le difficoltà. Così in una nota NOME Officina Politica