Non si può più aspettare per la Chiesa Madonna della Neve di Vallecupola, serve intervento immediato

Non si può più aspettare per la Chiesa della Madonna della Neve di Vallecupola, pur ringraziando la Diocesi di Rieti per averla inserita con priorità tra le Chiese che dovranno essere restaurate, è in arrivo un nuovo inverno e sono le precipitazioni a preoccupare Maria Grazia Di Mario che, con la Biblioteca Angelo Di Mario, si occupa dello stato di degrado della Chiesa (con vari convegni e pubblicazioni) dal 2015.

“Il rischio – afferma – è che a ridosso dell’inverno e in una fase nella quale si devono scegliere, in questi giorni, le ultime chiese che dovrebbero rientrare nella recente tranche di finanziamenti la Chiesa rimanga fuori anche questa volta, si dovrebbe aspettare così una ulteriore tranche, con tempi che si allungherebbero in maniera preoccupante”.

La Di Mario ricorda che proprio a Vallecupola c’è l’unico Volto Santo esistente nella Sabina con, affrescate ai suoi piedi, le vicende della storia della Croce, Sibille e profeti, datati entrambi 1554, forse per praticità perché il Volto Santo potrebbe essere più antico. Da documenti si risale infatti con certezza alla commissione/dono di Ranuccio Farnese solo delle Storie della Croce e della famosa Croce di Vallecupola. “Sono certa che la Chiesa di Rieti farà scelte giuste – precisa-  ma ci auguriamo che sulle stesse non pesi il numero dei fedeli residenti, perché l’opera ha un valore artistico oggettivo che ritengo vada oltre la frequentazione della stessa Chiesa al culto. Gli abitanti nel borgo sono anziani e poche decine i residenti, anche se molto legati a questa Chiesa che ha sofferto peraltro di varie depredazioni. Vallecupola negli ultimi decenni è stata vittima di furti di opere importanti come quella della Sacra famiglia, riconsegnata al Vescovo Domenico Pompili il 12 settembre del 2020, o dei tre Reliquiari restituiti invece nel 2018, il quadro della Madonna della Neve, lasciato incustodito presso la chiesetta dell’attuale camposanto, è ancora disperso. Beni che testimoniano non solo l’importanza di questa Chiesa e di questo luogo, ma anche  la mancanza di controllo  – spiega ancora la Di Mario – al di là del numero dei residenti la Chiesa della Madonna della Neve, una volta restaurata, potrebbe  diventare una risorsa anche turistica, attraendo visitatori nel piccolo borgo ed entrando nel circuito turistico dei Volti Santi in Italia. Un vantaggio per l’intero territorio, con la creazione di un raccordo con l’Abbazia di San Salvatore Maggiore e dunque anche con i Comuni di Concerviano, di Longone e di Rocca Sinibalda. E’ proprio la valorizzazione delle risorse locali a determinare una inversione virtuosa ”.

A lanciare l’allarme, di concerto alla Di Mario, operatori del settore come Micaela Amelio (restauratrice che ha esaminato nel 2017 lo stato già precario degli affreschi).

 “Andrebbe messo in sicurezza almeno il tetto dal quale sugli affreschi penetra l’umidità e tutto questo prima dell’arrivo della stagione invernale. E necessaria una copertura e la sistemazione di una finestra, dalla quale, causa forti piovaschi, l’acqua scivola sugli affreschi della storia della Croce, questo chiediamo dal 2017 – spiega la Amelio-! Una risorsa che fa parte di un patrimonio mondiale e non locale che andrà irrimediabilmente persa, a danno non solo della collettività di Vallecupola, ma dell’Italia intera!”.

“Le peculiarità del ciclo pittorico di Vallecupola sono diverse: in primo piano è la straordinaria coniugazione tra l’iconografia del volto santo e le storie della croce, mai rappresentata prima – spiega la Amelio – questi due fattori sanciscono l’unione tra il vero volto di Gesù e le storie legate all’esaltazione della croce e le leggende dalla stessa. Normalmente venivano rappresentate singolarmente, il volto santo, oppure le storie della croce. Questo perché sono da sempre simboli forti, hanno grande potenza, sono cardini che caratterizzano la Chiesa Occidentale e Orientale. Il ritrovamento della croce ed altri episodi inediti legati alla leggenda del sacro legno, in particolare la sequenza legata al ritrovamento della Croce e del suo trascinamento, con la partecipazione di Santa Elena, sono affrescati in questa chiesa, ora chiusa, ma di grande importanza storica. Innovativa la maniera di realizzare i diversi momenti che si susseguono nella stessa scena, come se l’osservatore fosse lì, in tempo reale. Interessante sarebbe poter studiare l’iconografia di alcuni riquadri non chiari, a causa del degrado che li ha imbiancati formando calcite (scioglimento dei sali solubili dell’intonaco). Sono sicura che potrebbe rivelare sorprese inattese. Nel risolvere gli episodi all’interno di architetture, create con l’illusione ottica attraverso la pittura, l’artista del ciclo di Vallecupola, rievoca concettualmente la soluzione della cappella Sistina (Vecchio e Nuovo testamento di Michelangelo Buonarroti). Ricordo che all’epoca anche il giudizio universale era già eseguito. La moda dell’inserire nelle scene sacre di carattere religioso, figure come i profeti e sibille (i testimoni di ciò che è stato) ricorda molto la scelta michelangiolesca che generò quindi uno stile, una maniera. Le scene trattate in questo caso sono memoria della paleocristianità, esse manifestano l’origine su cui è basato il Cristianesimo. La seconda unicità di Vallecupola, tornando all’iconografia del santo volto di Lucca, è che esso ha una particolarità mai rappresentata. La croce dove viene posto Cristo (volto santo di Lucca) non è latina, ma differente. Gemmata come in altre soluzioni, ma la sua forma trae origine da una lettera dell’alfabeto runico, ovvero la runa algiz. La lingua runica veniva parlata e scritta dagli antichi germanici”.

“L’iconografia del Volto Santo è poco diffusa, ma forse proprio per questo assume nel corso dei secoli, una particolare e rara devozione di cui troviamo un esempio a Vallecupola, nel territorio secolarmente appartenuto all’Abbazia benedettina di San Salvatore Maggiore”, aggiunge la studiosa, già Direttrice del Museo Diocesano, Ileana Tozzi.

“Un ringraziamento sentito va comunque al Vescovo Pompili e al suo staff di professionisti per aver inserito la Chiesa tra gli edifici di culto che andranno restaurati con alta priorità – dichiara la Di Mario, decisa più che mai però a dare battaglia tanto da avere in programma, come Biblioteca Angelo Di Mario,  una RACCOLTA FONDI atta a finanziare il recupero di opere d’Arte del nostro Paese, con il sostegno dell’artista Gianni Turina.

“Gli artisti che vorranno aiutarci potranno realizzare opere dedicate al Volto Santo e a Vallecupola che saranno poi vendute ed i cui proventi saranno interamente donati alla Curia, per il recupero dell’affresco – continua la Di Mario – d’altra parte l’importanza del ciclo pittorico è stata sottolineata dallo stesso Soprintendente di zona Giuseppe Cassio, cui chiediamo di supportarci ulteriormente”.

“La prima urgenza da risolvere ë controllare la finestra aperta in alto a destra – commenta la restauratrice Micaela Amelio – dando le spalle al portone d’ entrata. Dove acqua e neve potrebbero scendere in piena libertà. Controllore l’umidità relativa UR ambientale (interna al sito). Essere sicuri che le mura non siano impregnate di muffe, umidità e risalita capillare di acqua.

Controllare in sito la situazione attuale nella quale versano gli affreschi. Soprattutto rispetto alle ultime immagini di archivio. Dopo aver ripristinato un microclima adeguato alla sopportazione dei materiali (intonaci e pigmenti). Si potrà pensare ad un controllo degli strati d’ intonaco in termini di densità e coesione, distacchi, polverizzazioni. Pianificare cosi un intervento mirato a consolidare i punti di massima fragilità. Prima che sia troppo tardi ed inutili gli appelli precedenti. Tante le operazioni da svolgere per salvare il salvabile. Forse l’ indifferenza rispetto ai vari appelli d’ aiuto negli anni, li ha già di fatto distrutti”.