“Operare nel turismo è da sempre considerato il modo migliore per far conoscere i propri luoghi del cuore. Il FAI ad esempio si occupa di divulgare le bellezze italiane anche e soprattutto le più nascoste e sconosciute ma senza, in ogni caso, creare disagi alle persone. Invece qui da noi, a Collevecchio, in nome di un ossessivo desiderio di richiamare gente da ogni parte del mondo a visitare le nostre meraviglie, si arriva addirittura ad eliminare senza se e senza ma un servizio utile alla cittadinanza, come la mensa scolastica.
Ci si rende conto che per realizzare un progetto turistico occorrono luoghi e sedi adatte ma “non si spogliano gli altari per crearne altri” dice un proverbio e in questo caso pur di mettere a punto l’apparato richiesto, in base ad un finanziamento ottenuto, si privano i bambini della mensa, tra l’altro allestita da persone qualificate e professioniste dell’alimentazione infantile, costringendo le famiglie a servirsi di cibi provenienti da Poggio Mirteto.
In parole povere la mensa non esiste più. In nome di chi? Di cosa? Di un miglioramento turistico? Ma a ben guardare questa enigmatica frase a cosa si riferisce? La Sibilla Cumana non sarebbe in grado di dare una risposta ed è molto grave. Anche perché attualmente non esiste alcuna struttura di carattere turistico basata su un progetto concreto.
Ultimamente l’amministrazione comunale sta portando avanti questo piano dedicato alla riqualificazione del territorio dal punto di vista turistico ma non è certo fattibile dall’oggi al domani, essendo necessaria una serie di analisi e di attente riflessioni per non cadere in errori sia dal punto di vista della credibilità di immagine che da quello strettamente logistico e organizzativo.
Quindi smantellare una mensa in nome di un progetto non ancora nato mi sembra oltre che un azzardo anche una mancanza di rispetto verso le persone che ne usufruivano soprattutto i bambini. Ci stava una scadenza da rispettare per il finanziamento ottenuto? Ok ma proprio la mensa scolastica si doveva toccare? A meno che, come qualcuno ha ipotizzato per giustificare la situazione, con questa realizzazione del progetto turistico si voglia creare un punto di riferimento per la Pro Loco la quale non ha una dimora stabile e che potrebbe avere qui anche un punto ristoro per i turisti, essendoci già le cucine e le attrezzature. In fondo la Pro Loco è una garanzia a livello strutturale e organizzativo per qualunque associazione che si occupi di turismo e accoglienza, perché fa riferimento ad organi competenti quali appunto l’assessorato relativo e allo stesso Comune.
Però da come è emerso dall’incontro tenutosi presso il teatro sabato 8 ottobre sulla possibilità di creare un progetto turistico e di accoglienza, pare che l’ipotesi di coinvolgere la Pro loco sia per ora accantonata. E allora cui prodest, a chi giova lo smantellamento della mensa? Sarebbe da dire ai posteri l’ardua sentenza ma crediamo che il verdetto arriverà quando meno ce lo aspetteremo”.
Lorella Lattavo