Inaugurato a Rieti il busto di Bettino Craxi. Cicchetti: “L’ultimo vero sovranista italiano”

Alle 18:30 di giovedì 2 giugno a Rieti è stato scoperto ed inaugurato nell’omonima piazza, il busto di Bettino Craxi, alla presenza del sindaco Antonio Cicchetti, di Bobo Craxi e di Donato Robilotta.

“Grazie ai presenti per stare qui in questo importante evento, in memoria di Bettino Craxi – ha commentato Donato Robilotta.

“Mio padre diceva le cose come stavano, non aveva la faccia di bronzo. Quando sentiva di avere ragione si batteva fino alla fine. Come per salvare la vita di Aldo Moro. Vi ringrazio con tutto il cuore per quello che avete fatto. Non è il primo giardino o la prima piazza che inauguro, e spesso qualche buontempone arriva a scrivere cose non piacevoli. Venti anni fa venni a Rieti prima col senatore Vella e poi con Cicchitto – prosegue Bobo Craxi – ed in questo caso ci venne negata la Sala della Provincia, nella settimana prima però in quella stessa Sala parlò Renato Curcio. Il nostro Paese continuerà a dividersi, purché lo faccia con rispetto, il rispetto del pensiero altrui. Per essere convincente sul prossimo devi capire come la pensa il prossimo. Rieti oggi rende merito ad uomo che ha lavorato per l’Italia, un uomo politica che ha commesso sì degli errori, ma che non è mai stato falso. Grazie a questo riconoscimento vivrà per sempre nella memoria di tanti” – ha concluso Bobo Craxi.

Ringrazio i presenti per partecipare a questo ricordo, che doveva avvenire due anni fa, ma poi la Pandemia ha stesso un tappeto di impossibilità. Questo atto serve a completare la denominazione della piazza che volemmo venti anni or sono – commenta il sindaco Antonio Cicchetti – quanto mi vidi col senatore Vella presi questa decisione perché l’uomo Craxi aveva la volontà di determinare in politica quello che si poteva fare senza condizionamenti. Lui era l’uomo che non si abbassava quando passava la piena. Ne rimase vittima, ma non si abbassò.

La notte di Sigonella – prosegue Cicchetti – è il suo atto testamentario, dimostrando a tutti gli ignavi che si può essere alleati di qualcuno senza esserne schiavi. Oggi con la guerra in corso c’è ancora una volta la possibilità di dimostrare chi ha la schiena dritta e chi no. C’è qualcosa di più, sul piano culturale, che mi legano a Craxi: la mostra sugli anni trenta a Milano, e la mostra sull’economia del 1986 al Colosseo a Roma organizzata a Roma da Severi, pro sindaco di Vetere. Anche questo ha costruito in me a costruire rispetto per Bettino Craxi, non avere paura della storia. Scrivere la storia è un fatto di documenti, quando si scrive qualcosa si vanno a cercare i documenti. Merito di Craxi, non ultimo, quello di aver frantumato un’altra storia non digeribile della Seconda Repubblica. Nel 1983 Craxi decise di convocare tutti i rappresentanti dei Partiti in Parlamento. Ci furono delle ire democristiane, ma fu deciso, e portò a compimento questo suo disegno, perché riteneva che tutti rappresentassero una parte più o meno grande del popolo italiano. Grazie Craxi per la statura umana. Mi rivolgo a chi si sente sovranista: Craxi è stato l’ultimo Patriota italiano, l’ultimo vero sovranista. Pur potendo candidarmi ho preferito tirarmi indietro per dare un esempio. C’è bisogno che quelli che dicono bisogna svecchiare l’Italia si tirino veramente indietro. Prima di dare l’esempio bisogna fare testamento e questo è il mio testamento, da consegnare a chi viene dopo. Non si facciano i conti dei voti che può portare il busto di un grande statista. La Patria si serve ricordando i grandi personaggi dell’Italia, della nostra storia Credo che gli altri debbano prendere esempio – ha concluso Cicchetti.